Il governo ha la fiducia. Siamo salvi? Troppo presto per dirlo. I pericoli non sono ancora scongiurati del tutto; se l’esecutivo non avrà l’appoggio del Parlamento, non potrà attuare il suo programma, ma allo stesso tempo deve cominciare ad agire velocemente ed in maniera incisiva per meritare questo appoggio.
L’instabilità fa brutti effetti, ma tutto è superabile. Quasi tutti i paesi dell’Unione hanno vissuto periodi di crisi ma si sono sempre rialzati.
Si vive sempre sul filo del rasoio, senza mai poter tirare un sospiro di sollievo. Quanti governi sono inciampati e definitivamente caduti? Tanti, forse troppi. Come si può sperare nella fiducia dei mercati e degli investitori se non si prova che tutta questa presunta stabilità è qualcosa di più solido di un castello in aria?
Sarebbe necessario attuare veramente le riforme indispensabili per far ripartire lo sviluppo e per poter ambire ad una debole, ma importante ripresa. Bisognerebbe mettere da parte gli egoismi personali e di partito e lavorare coesi per ribaltare la situazione.
Sarebbe troppo utopistico vedere qualcuno mettere al primo posto il bene della collettività; è di sicuro più comodo giustificarsi e dilazionare cercando scuse.
Da cittadino, chi non vorrebbe vedere la cooperazione in Parlamento? Sentire che tutto è in perenne cambiamento, mirato a raggiungere un benessere comune? Deve essere una sensazione meravigliosa, che infonde tranquillità e fiducia.
Dovremmo chiedere cosa si prova a chi la vive perché qui è una realtà ancora quasi irraggiungibile.
Beatrice Cagliero (2B)