Ipazia. Stella purissima

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Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo

Apparve ad Alessandria una donna filosofo, una pagana di nome Ipazia, che dedicava tutto il suo tempo alla matematica, agli astrolabi e agli strumenti musicali.
Ad Alessandria, in Egitto, città crocevia di culture diverse, ad Alessandria convivevano tutte le religioni, e vi erano rappresentati gruppi etnici di mezzo mondo, lì s’era sviluppata la cultura greca, lì era nata la scintilla del pensiero libero e lì si stava diffondendo l’uso della ragione.
Ebbene, parlava nell’agorà a molta gente.
Parlava e l’ascoltavano in silenzio,
con stupore, seguaci e avversari.
Non si può essere indifferenti a Ipazia: o la si odia o la si ama senza riserve. Ogni sua uscita è un avvenimento. La folla si accalca e spinge, preme per vederla da vicino, per toccarla, per strapparle un lembo di veste e tenerlo per reliquia.
Ipazia lavorava su un modello di universo elaborato dal geografo Tolomeo di Alessandria.
Il sistema tolemaico è un sistema geocentrico e finito.
La Terra è il centro di un universo limitato.
Attorno le girano i sette pianeti.
Levo su lo sguardo, e più rischiarano le stelle le notti del mondo più mi sovvengon domande, più vorrei leggere, conoscere il loro misterioso alfabeto.
Oltre a mio padre, in quel rogo andarono bruciate tutte le mappe celesti e i calcoli indispensabili per la costruzione di questo astrolabio, questo planisfero celeste, questo catalogo stellare: la rappresentazione del cielo visibile da una data latitudine.
Il vostro più grande interesse è la ricerca scientifica. Per questo ho pensato di chiedere la vostra collaborazione. Anche perché si potevano creare le condizioni per più cospicue sovvenzioni.
Se ci facessimo comprare, non saremmo più liberi. E non potremmo più studiare. È così che funziona una mente libera. Anch’essa ha le sue regole. L’essenza della scienza è la libertà.
Oltre che nell’arte dell’insegnamento, aveva raggiunto un tale livello di consapevolezza morale, ed era così equilibrata e austera, che si manteneva casta, e nello stesso tempo era così straordinariamente seducente e bella d’aspetto che uno dei suoi allievi si era innamorato di lei.
Di certo sappiamo che allora Cirillo era vescovo di Alessandria. Cirillo succedeva a Teofilo e intendeva portare a termine la violenta colonizzazione religiosa iniziata dal suo predecessore, con grande zelo.
Verranno confiscate tutte le abitazioni dove si svolgeranno riti non cristiani, sono proibite libagioni, altari, offerte votive, torce, divinità domestiche del focolare. Per finire per i pagani o per gli ebrei che effettueranno sacrifici o pratiche divinatorie, viene sancita la pena di morte.
Ma Ipazia esce di casa, come ogni mattina, per recarsi al Museo.
Antinoo l’accompagna
non è armato,
ma è forte e giovane,
deciso
Ipazia sale sulla carrozza
Antinoo la segue a piedi.
La strada sembra deserta.
Si guarda attorno,
scruta ogni angolo.
Sente solo la lama di un coltello
entrargli tra le scapole
e ferirlo profondamente.
Si volge e fa fronte al nemico,
ma tutt’a un tratto i nemici sono tanti,
parabalani incappucciati.
Marzo 415 dopo Cristo.
Sono colui che è dovunque. E sempre.
Perché ti manifesti ora? Sono stanca
e mi credevo compiuta.
Non lo sei ancora. C’è tutta l’enorme distesa del diverso,
del brutale, del violento,
contrario alla geometria del tuo pensiero
che devi veramente intendere.
Perché ora?
È ora il momento. Piangi?
Sì, piango. Tuttavia sono pronta.
Allora guarda piangendo fuori di te.
Marzo 415 dopo Cristo.
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
È troppo tardi per impugnare il contratto.
Marzo 415 dopo Cristo.
Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l’ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brani del suo corpo nel Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli.

A cura di Chiara Murgia,
liberamente tratto dal copione teatrale
“Ipazia Stella Purissima”,
portato in scena dalla classe 4C,
con la collaborazione delle prof. Mantovani e Iavarone,
regia di Marco Alotto

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