Trovo che le strade bianche siano le migliori, l’asfalto bianco sembra quasi neve e la macchina scorre scivolando su di esse. Il tocco delle ruote sull’asfalto provoca un suono dolce. Silenzioso e secco.
È da una strada bianca che comincia la mia storia. E la mia solitudine .
Sono sempre in viaggio. Viaggio nel tempo, tra i miei pensieri e le vite degli altri, in una casa fatta di sogni.
Casa costruita sul silenzio dell’auto che corre sulle strade, sulle vite parallele che non si incontrano mai, ma si osservano tra loro. Si sfiorano ma non si incroceranno mai.
Ultimamente mi sento molto sola. Sola lo sono sempre stata, ma ora come ora particolarmente.
Manca qualcosa nella mia vita.
Manca una me stessa che ancora non c’è, non esiste .
Ma per quale motivo non esiste?
Le persone intorno a me sono come in una bolla. Ovattate. Come le macchine che attraversano la mia stessa strada senza neppure vedermi.
Trovo che nella vita la cosa più bella sia essere felici, al contrario la più brutta è sentirsi soli. La solitudine mi perseguita, perché la solitudine fa parte di me. Fa parte di noi. Uomini e donne che vivono di solitudine, pura e semplice. Unica certezza in una vita di dubbi.
I paesaggi visti da una macchina si muovono e passano, uno dopo l’altro. Così anche i momenti della vita scivolano via nel tempo inghiottiti da una realtà impossibile da raggiungere. Ed io sono lì, dentro una macchina su di una strada bianca dove il tempo non passa mai; e rimango sola.
Solitudine. Che parola importante, e che parola fredda. E dura, proprio come una strada bianca. Forse dovrei smetterla di viaggiare, dovrei fermarmi e ascoltare la vita. E viverla. Ma se la vivessi potrei essere triste, a volte. E sola. Invisibile.
Come mai gli altri non mi vedono? Io sono qui, eppure ai loro occhi sono indecifrabile, solo un’ombra nella nebbia.
Non ho alcun valore. Vivo per me stessa anche perché nella vita le cose le fai per te e non per gli altri. E anche se sei da solo devi farti forza e andare avanti senza fermarti un secondo proprio per assaporare ogni momento. Anche quelli brutti. Perché c’è sempre una forza conduttrice dentro noi stessi che non si ferma mai.
Per quanto io sia sola, chiusa nella mia solitudine sulla solita strada bianca che sembra non finire mai, sento dentro di me che da qualche parte arriverò. Magari la strada sarà ancora lunga e difficile ma se lo voglio davvero la fine sarà il mio grande inizio. E mi sentirò finalmente felice nella mia immensa e maestosa solitudine.
Basta strade bianche. Cerco la luce.
Carolina Sprovieri (3B)