Sweet Home Alabama

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Ho realizzato di star veramente per iniziare una nuova vita solo quando mi sono ritrovata da sola sull’aereo per Londra. Fino a quel momento non riuscivo davvero a capire cosa mi stesse succedendo. I primi giorni di orientamento sono stati stupendi, New York è talmente magnifica che a parole non si potrebbe descrivere. In quei pochi giorni ho conosciuto ragazzi da tutto il mondo, sono ancora in contatto con alcuni di loro e spero di avere l’occasione di rincontrali in futuro.
Arrivata all’aeroporto di Huntsville (Alabama) sono stata accolta calorosamente dalla mia famiglia con un cartellone e un mazzo di fiori. Ho una “sorella” di nome Ashley che è più piccola di me di solo un anno, abbiamo un senso dell’umorismo molto simile e quindi riusciamo a capirci davvero bene. A primo impatto il loro accento mi è sembrato difficile da comprendere, ma dopo un paio di giorni ci ho fatto l’abitudine.
Dopo soli due giorni dal mio arrivo sono andata a scuola e ho deciso di frequentare letteratura inglese, storia americana, trigonometria e geometria, cucina, fisica e tedesco online. I miei voti sono stati da subito abbastanza alti, e poiché sono abituata ad avere molte materie e molte più ore non ho trovato molta difficoltà. I professori sono disponibili e siccome pronunciano bene le parole (al sud soprattutto hanno il vizio di parlare veloce articolando male) non è impossibile capirli. Le prime settimane chiedevo continuamente il significato di alcune parole, ma non mi sono fatta scoraggiare. Bastano pochi mesi per iniziare a pensare direttamente in inglese e anche a sognare!
Sono stata fortunata, ho trovato una famiglia favolosa. Si preoccupano molto per me, hanno regole più severe delle mie, ma mi ci sono adattata. Loro frequentano la chiesa battista e solitamente ci andiamo ogni domenica per un paio di ore. Io sono atea, ma partecipo a questo momento di famiglia insieme a loro. Anche se non ci siamo andati per un paio di settimane e devo ammettere che non mi dispiace molto.
Essendo una persona socievole, a scuola ho stretto amicizia in fretta e i ragazzi e le ragazze qui sono molto curiosi, mi hanno fatto un miliardo di domande diverse in questi mesi. Alcune mi hanno fatto ridere fino alle lacrime, altre mi hanno fatto pensare “forse l’istruzione in Italia non è poi così male”. Se dovessi descrivere quest’esperienza, ciò che mi verrebbe spontaneo dire è che l’anno all’estero è come un salto nel vuoto, ma è il migliore che possiate mai fare.

Daniela Pastorino (4D) – corrispondente dagli Stati Uniti

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