E’ ormai nota a tutti la situazione, o almeno parte di essa, che riguarda le ultime settimane a Terzigno, nel Parco Nazionale del Vesuvio, dove la costruzione di una seconda, gigantesca, discarica ha provocato rivolte sempre più violente da parte dei cittadini locali.
Tutto si limitava a lamentele e manifestazioni non violente, seguite da accuse alle pubbliche amministrazioni per il pessimo lavoro svolto sul territorio campano per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Dal 20 ottobre non è più così: un lancio dell’ ANSA (Cooperativa di 37 soci, editori dei principali quotidiani italiani, con la missione di raccogliere, pubblicare e distribuire informazione giornalistica) in rete annuncia: “Rifiuti: PDL Campano, CONFERMATO Sì a Cava Vitiello” . La notizia, ovviamente, rimbalza sui cittadini manifestanti, e la protesta diventa violenta.
Tre giorni dopo, il 23 ottobre, ecco una nuova notizia da parte dell’ ANSA: “Rifiuti: Vertice Prefettura ‘CONGELA’ Cava Vitiello”. In questo lasso di tempo Berlusconi manda il suo fedele Bertolaso a Napoli per ispezioni varie, ed infine viene lanciata la notizia del “congelamento” della decisione finale. Perché si è aspettato così tanto? Perché si deve sempre aspettare che avvenga il peggio, o che le rivolte raggiungano livelli critici? Per quale strano motivo non si sono svolte le ispezioni necessarie prima di questi maledetti tre giorni, quando era ora di dialogare e trovare una soluzione con la popolazione? Queste sono solo alcune delle solite domande che l’italiano medio si pone ogni volta che succedono episodi simili.
Quello che si può constatare, alla luce degli ultimi avvenimenti, è che anche le mamme hanno incominciato a protestare, nelle poche manifestazioni non-violente in piazza si discute sempre più spesso delle malattie provocate dal percolato e dal miasma, e i giornali di tutto il mondo continuano a riportare notizie su notizie… Ma di cosa si parla? Sempre delle stesse cose, si sottolinea tanto il fatto che ci siano scontri e violenze, ma mai si elencano e si analizzano le ragioni e le cause di questa protesta.
Quello che cercherò di chiarire in questo articolo riguarderà soprattutto la parte della popolazione campana che non si preoccupa affatto delle malattie, della nuova discarica e delle montagne di rifiuti che intossicano la popolazione. La parte della popolazione campana che ride e guadagna (e non poco) anzi, ci ride e ci guadagna (e non poco) su tutto ciò.
Risponderò subito alla domanda principale, quella più banale, più immediata che una persona può porsi nel leggere e vedere certe situazioni di degrado ambientale e sociale: ma perché nessuno fa nulla per risolvere il problema “immondizia”? Perché i rifiuti sono un enorme business. In realtà, ed è importante sottolinearlo, è un giro immenso di soldi dove ci guadagnano tutti, meno chi abita nelle zone in cui si esercitano questi traffici: la spazzatura è un’ immensa risorsa per imprese, politica e clan. Ci guadagnano le imprese di raccolta, non per niente quelle campane sono tra le più qualificate d’Europa, e sono le uniche a far parte della EMAS, un’organizzazione francese che si occupa della riduzione degli impatti ambientali delle aziende che sfruttano determinati territori.
Al nord, se si guarda in Liguria o in Piemonte, queste imprese campane svolgono un ottimo lavoro, i territori sono dunque tenuti in buono stato, si valorizza l’ importanza della natura e del verde nelle città, e si punta ad un ottimo servizio di pulizia, mentre al sud sono le stesse imprese a bruciare e sotterrare di tutto e di più. Da ciò che emerge in una recente inchiesta svolta da due pm dell’ Antimafia di Napoli, Milita e Cantone, si sottolinea il fatto che tutti i meccanismi criminologi attuali si basano su tre poteri: politico, imprenditoriale e camorristico, in una parola, il sistema dei consorzi.
Il Consorzio (privato o pubblico), è un sistema utile per aggirare tutti il controllo ed ottenere il monopolio di un certo campo economico grazie ad un numero sempre più grande di imprenditori legati alla camorra. Nel nostro caso, gli imprenditori delle imprese di raccolta hanno ritenuto che la loro impresa avesse diritto ad applicare una raccolta rifiuti nel territorio, quasi sempre legato al consorzio (dunque a questo, o quel politico) con cui si è “messo d’accordo”. Una volta concesso tale diritto, l’azienda comincerà a raccogliere e svendere i rifiuti rivendendoli a prezzi convenienti, spesso nel Nord Europa. Ora, la maggior parte dei soldi va ai privati che hanno svolto le varie attività illegali (dunque alla Camorra), mentre una minima parte (si parla comunque di milioni) viene lasciata al consorzio (politici e affiliati vari). Per dare un’idea più precisa dei soldi ricavati dopo tutto questo giro di azioni illegali, prendiamo come esempio il caso di cui si sono occupati i due pm Milita e Cantone: il Consorzio ottenne l’appoggio della società ECO4, grazie al quale, insieme ad una serie di fatturazioni false, si ricavarono 9 milioni di euro per comprare l’ intera società ed avere il monopolio della raccolta e svendita dell’immondizia. Con tale sistema, la politica ricava 9 milioni di euro all’ anno e 13.000 voti (da parte dei compagni d’ affari camorristi), mentre la stessa Camorra ricava circa 6 miliardi di euro ogni due anni. Fare tutto ciò è praticamente un guadagno sicuro, con le minime spese, e questo perché le imprese non hanno bisogno di ottenere nessun tipo di permesso o accettazione, in quanto appoggiati dalla Camorra che pensa a falsificare il tutto nella maniera più “sicura” possibile. Insomma, si è giunti al punto che l’immondizia a Napoli vale di più dell’oro, e siamo giunti al punto dove la criminalità organizzata è il punto di forza dell’Italia.
Da una recente ricerca si è scoperto che se si compattassero i rifiuti gestiti dalla camorra, si formerebbe una montagna con una base di tre ettari, alta 14.600 metri (sarebbe la montagna più alta del mondo). Ma attenzione, come ha ribadito più volte Roberto Saviano nel commentare la situazione attuale per quanto riguarda il problema rifiuti, non è stata la Camorra a creare l’emergenza, perché lei non ne ha piacere e non ne ha bisogno: senza l’emergenza, la camorra svolge tranquillamente tutti i suoi traffici senza giornalisti “tra le scatole”, con i cittadini che affidano loro l’immondizia e con i politici che si fanno corrompere più facilmente, e dunque più ricattabili in un prossimo futuro.
Dobbiamo insomma accorgerci del fatto che quando i cittadini di Napoli riempiono un nuovo sacchetto di immondizia e lo buttano nel cassonetto, questo non verrà smaltito, riciclato o quant’altro, ma si trasformerà in azioni societarie, capitali, squadre di calcio, palazzi e voti.
Come disse Saviano al termine di un’intervista riguardando questo argomento tornato a far notizia in Italia, vale la pena ricordare la lezione di Beowulf, l’eroe epico che strappa le braccia all’orco che appestava la Danimarca: “ il nemico più scaltro non è colui che ti porta via tutto, ma colui che lentamente ti abitua a non avere più nulla”. Quello che sta accadendo oggi è proprio questo, ci stiamo abituando a non avere il diritto di vivere nella propria terra, a non avere più il diritto di capire ciò che sta accadendo, di non avere più il diritto di decidere di noi stessi. Ci stiamo abituando a non avere più nulla”.
Luigi Botta (2C)