Trovare delle parole per descrivere Nour non sembra rispettoso. Non ci sono. Con quale frase si può esprimere il dolore che si prova di fronte a un bambino, di 5 anni appena, morto annegato mentre tenta di raggiungere il Paradiso? Con quale forza si può descrivere la pena di un padre di fronte al corpo esangue del figlio? Come non si può nutrire rispetto per Pietro Bartolo, dottore di Lampedusa, che dedica la vita ad aiutare persone come queste?
Questo film racconta la sua esperienza. È una testimonianza, una prova diretta dell’Inferno alle porte del nostro Paese. Sotto casa nostra.
Nour è una delle storie, una come tante, ed è questo che fa più male: non è eccezione, è normalità e questo non può essere normale. Sopravvissuta ad un naufragio sulle coste di Lampedusa, orfana di padre, cerca con tutte le sue forze di ritrovare la madre.
Incredibile la performance di Sergio Castellitto, che ha interpretato il dottor Bartolo egregiamente.
Questo potentissimo film è un grido disperato, una richiesta squarciante di aiuto, come i pianti disperati delle persone in mezzo al mare, morte per aver sperato in una vita migliore. Ritroviamo la nostra coscienza, ascoltiamo il dolore di queste persone. Persone, non migranti, non rifugiarti: persone. Apriamo il cuore, e dopo i porti. O vergogniamoci di morire così, mostri nel Paradiso che non ci appartiene.
Elisa Buglione-Ceresa