Il termine di un percorso è sempre la parte più ardua. L’inizio no, lui viene spesso frainteso e percepito solo come fonte di preoccupazione. Sicuramente è un salto nel vuoto, ma è qualcosa di unico, emozionante e adrenalinico. Un salto in un mondo di possibilità nuove, un salto verso nuove scoperte, nuove conoscenze. Dopo questi momenti iniziali ci basta poco per tornare alla noia. Dopo i primi dieci metri quel tragitto lo iniziamo a vedere come monotono. Perché? Probabilmente perché è proprio della natura dell’uomo desiderare sempre qualcosa di più, cercare sempre cose nuove, perché quelle che si hanno, per quanto desiderate ardentemente, perdono il loro fascino una volta conquistate. Al termine di tutto c’è lei: la conclusione. Lei ci suscita emozioni a volte difficili da spiegare a parole. Sappiamo che arriverà; per quanto ci sembri impossibile siamo sempre consapevoli che ogni cosa ha un inizio e una fine. Ci prepariamo, cerchiamo sempre di arrivare ad una coscienza emotiva tale da permetterci di affrontare ogni cambiamento indenni, ma non è così: alla fine non ci riusciamo mai completamente. Se il percorso, poi, è stato uno dei più belli della propria vita, la fine è terribile. Sei lì, a pochi metri da quello che sai essere il termine ultimo. Pensi a tutto ciò che hai fatto, visto, appreso, a tutte le persone conosciute e anche a quelle perse in quel lasso di tempo. Allora capisci. Comprendi che non sei pronto realmente, che non ci riesci. Finalmente non menti più a te stesso. Ma il tempo non è mai stato amico dell’uomo. Lui non si ferma, imperterrito, sempre con la stessa durata, anche, e soprattutto, se non te ne rendi conto. Lui ti dà il tempo che ti spetta, non un secondo di più e non uno di meno. In quei momenti diventa parte di te una domanda che fa quasi paura: “Mi sarò goduta a pieno il tempo che mi è stato dato?”. Spesso a questa domanda molti finiscono per rispondere di no. Allora diventa logorante convivere con i rimorsi. Si vive una vita così: sempre desiderando nuovi inizi e temendo le continue scadenze, i punti di non ritorno. Ci si dimentica di vivere al massimo delle nostre potenzialità il tragitto. Tuttavia, la difficoltà maggiore nasce in quei pochi casi dove la risposta alla domanda di prima è sì. Quando sai che ti sei goduta tutto. Allora non convivi più con i rimpianti, ma solo con un forte senso di nostalgia. Quando sai che sta per scadere il tuo tempo, quando sai che molti dei momenti più belli della tua vita li ai già vissuti, quando sai che tutta questa bellezza non tornerà indietro. Nonostante tutto non sarai mai realmente pronto a lasciarla andare. Sei lì, ti mancano quei pochi metri e vuoi solo che il tempo si fermi per assaporare meglio quel percorso che tanto hai amato. Non puoi, nessuno può. Il tempo non si arresta e tu devi ricominciare con un nuovo inizio, pieno delle solite prime paure, ma anche di aspettative quasi sempre grandiose e straordinarie. Allora, se sei un vizioso, ti accendi una sigaretta, ti prendi un po’ di tempo e ti rilassi, preparandoti a nuove battaglie. Lasci vagare la tua mente, così piena di ricordi. In quei momenti rifletti e se ne è valsa la pena, con un po’ di nostalgia nel cuore vedrai che un sorriso scapperà dalle tue labbra e dai tuoi occhi sognanti, perché in fondo sono loro e solo loro che possono realmente portare indietro il tempo.
Domiziana Aimar