The verde

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Non avevo mai provato sentimenti così. Era tutto ciò che desideravo,anche se la mia vita sembrava perfetta. Lui era ciò che sempre mancava.

Era il 1879 quando lo conobbi. Jean.

Ero al “Café de Flore” quando lo vidi per la prima volta.

Io e le mie amiche dovevamo vederci lì per prendere un the, ma quando arrivai nessuna si loro c’era.

Jean era seduto da solo, in uno di quei tavolini rotondi, sotto un gazebo. Non so il perché, ma mi avvicinai. Non l’avevo mai fatto con nessun altro, neanche con un ragazzo dell’altra società, eppure qualcosa in lui mi attirava.

Quando mi sedetti, lo guardai in faccia e notai che non era molto colpito dal mio gesto. Non capii, ma non chiesi.

Mi presentai e così fece lui e iniziammo a parlare. Passava il tempo e ordinammo – ricordo ancora bene il tono della sua voce e le sue parole- “…due the verde, grazie.”.

Rimasi fulminata dai suoi modi così aggraziati.

Scoprii che viveva in uno dei quartieri più disagiati di Parigi, subito ne fui sconvolta, poi non ci feci più caso; non avevo mai sentito nessuno parlare così forbitamente.

Prima di lasciarci, con un sorriso, mi guardò e mi disse:

“Ogni volta che ordinerai un the verde mi penserai e ti ricorderai di me e di questo nostro pomeriggio insieme…”. Non ebbi il tempo di rispondere – e forse neanche le parole sarebbero uscite- che lui si dileguò.

Il giorno dopo, sicura di rivederlo, ritornai al “Cafè de Flore”, ma di lui nessuna traccia. Feci così per settimane intere e non lo vidi mai. Passarono i mesi. Ero ossessionata da lui; mi continuavo a ripetere che non avrei dovuto pensarci, non dovevo innamorarmi di un “poveraccio”; mio padre, da sempre, mi ripeteva che avrei dovuto trovare un giovanotto con un buon patrimonio e che mi avrebbe sistemato per tutta la vita. Ma sta volta era diverso. Non volevo seguire ciò che, per una vita, mi sentii ripetere. Sentivo di amarlo. Anche se per me era tutto nuovo; per la prima volta provavo Amore.

Continuavo ad andare al Cafè e, finalmente, a settembre ritornò. Come tutti i giorni avevo ordinato the verde; quando si sedette, sorrise, e ne ordinò uno anche lui. Iniziò subito a parlare e mi disse che per tutti questi mesi aveva cercato di non pensarmi e di cancellarmi dalla mia vita. Era rimasto folgorato da me. I miei occhi, le mie labbra, i miei capelli e le mie mani: ero diventata il suo pensiero principale.

In quel sono ad occhi aperti, però, sentivo che c’era qualcosa che non andava.

“Non possiamo amarci, non possiamo.”.

Il suo tono di voce era secco e, purtroppo, sicuro di quello che diceva. Si alzò e se ne andò, lasciandomi lì con il cuore spezzato.

Continuai ad andare il quel Cafè, pur sapendo che non l’avrei più rivisto.

 

Ed ora sono qui, che mi preparo davanti allo specchio. Un abito bianco mi fa compagnia in questa calda mattinata primaverile. Passerò la vita con lui, Pier Mark. Ciò che mio padre ha sempre desiderato per me.

Anche se so che il mio cuore apparterrà sempre a lui, Jean.

Per un sogno mai sognato, per un amore mai amato.

 

Serena Zanirato (1C)

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