Time flies: fine di un’esperienza

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“Il tempo vola” è un detto molto usato e forse anche un po’ banale, ma assolutamente vero. Non c’è nulla che si possa fare per fermarlo o per riportarlo indietro, il tempo va veloce, non si ferma e non c’è nessun detto migliore per rispecchiare l’arrivo della fine del soggiorno all’estero per un exchange student. Eh sì! Perché cinque mesi e poco più alla fine passano davvero in fretta! Le prime settimane sembra che tutto vada lentamente che i giorni non passino mai e che manchi ancora tanto al ritorno a casa. Tutto sembra così lontano, la famiglia, gli amici, la propria vita, poi in un batti baleno senza nemmeno rendersene bene conto si arriva alla conclusione di tutto. Proprio quando ti stai abituando, quando stai iniziando a rafforzare le amicizie, quando la mancanza del proprio Paese natale inizia a farsi sentire di meno, arriva l’ora di tornare. Gli ultimi giorni sono caratterizzati da molti sentimenti contrastanti, è come se si fosse divisi a metà: da un lato si prova l’immensa felicità di ritornare casa e rivedere tutti e dall’altro c’è la tristezza di dover abbandonare la vita momentanea alla quale ci si era affezionati e quindi anche la propria host-family e gli amici. Quando ci si rende finalmente conto che tutto sta finendo si desidera inconsciamente di potersi fermare un po’ più di tempo. C’è anche da dire che dietro la grande la felicità del ritorno si nasconde anche una paura abbastanza grande di ricominciare la scuola: è un pensiero che non ti sfiora più di tanto durante il soggiorno perché si è impegnati con la scuola del posto e con altre cose, ma, verso la fine pensarci è inevitabile. Insomma, l’idea di recuperare un intero semestre di scuola di sicuro spaventa non poco, la consapevolezza di dover studiare tutti gli argomenti persi di quasi tutte le materie e di essere valutati con varie verifiche e interrogazioni turba abbastanza. Almeno se non si è da soli a tornare l’idea di poter studiare con qualcun altro conforta e ci si sforza di non stressarsi troppo prima del tempo. Gli ultimi giorni sono anche caratterizzati da tante riflessioni. Ci si ferma un attimo a pensare a tutto quello che si è fatto – nuove esperienze, nuove amicizie, viaggi – e a tutto quello che si è imparato. Probabilmente ci si può sentire un po’ più cresciuti, cambiati e maturi, oppure si rivivono nella mente tutti i momenti più significativi e importanti insieme a quelli un po’ meno belli che, si sa, verranno sempre portati nel proprio cuore. Vengono in mente tutte le cose che potrebbero mancare, anche quelle più insignificanti: ad ogni cosa che si fa si pensa “Hey, questa potrebbe essere l’ultima volta che lo faccio”, si cerca di vivere al meglio tutto perché potrebbe non risuccedere più per tanto tempo. Si pensa a come saranno i primi giorni una volta ritornati a casa, a come tutto sembrerà strano. Doversi riabituare alla vita di sempre, alle solite cose che non si era più abituati a fare, a parlare la propria lingua per la maggior parte del tempo e persino vedere la televisione e i cartelloni pubblicitari non più in inglese ma in italiano. Si prova anche un’immensa gratitudine nei confronti della famiglia dalla quale si è stati ospitati, perché quelle persone per cinque mesi sono diventate la propria famiglia, hanno stravolto gran parte della loro routine per poter ospitare qualcun altro e si sono sempre comportati in modo carino e gentile senza mai farti sentire fuori posto. È anche in gran parte grazie a loro che si ha avuto la possibilità di vivere un’esperienza del genere. In tutta questa marea di sentimenti e pensieri però bisogna occuparsi anche delle ultime cose per la partenza, in particolare la valigia.  Fare la valigia è sicuramente una delle cose meno piacevoli, specialmente se si deve prendere un aereo: bisogna organizzare bene tutta la roba che si ha, farla stare nella valigia e anche controllare che il bagaglio non superi il maledetto limite di peso imposto dalle compagnie di volo. È così stressante racchiudere tutto in un’unica valigia e verificarne il peso: bisogna sempre sperare e pregare che rientri nel limite perché se no le conseguenze da subire non sono proprio piacevoli, e nemmeno economiche. Un’altra cosa abbastanza stressante che ci si deve affrettare a fare prima di partire è trovare i regali per amici e parenti. Si passano ore nel centro commerciale a cercare i regali perfetti che possano soddisfare le esigenze di tutti, si guarda una cosa e si pensa “Hey, questo potrebbe essere perfetto per lui/lei”, oppure “Questa maglia sarebbe perfetta, però il colore non mi convince …”. Poi ci si gira da un’altra parte e si vede un’altra cosa che probabilmente sarebbe meglio di quello che si è già trovato, quindi si dà inizio ad altre esitazioni. Mettersi a comprare regali per tutti è una cosa estremamente frustrante, perché anche quando si è convinti di aver trovato la cosa giusta alla fine non si è davvero convinti e si viene assaliti da altri mille dubbi fino a che non ce ne si fa una ragione e si compra ciò che si ritiene migliore. Alla fine di tutto però la cosa che conta di più è rendersi conto della fortuna che si ha avuto a vivere un’esperienza del genere, fantastica e piena di cose che sicuramente hanno arricchito la propria cultura e personalità. Avere avuto la possibilità di trascorrere un semestre all’estero è sicuramente una delle opportunità più belle che si possano avere al liceo. Se si hanno i mezzi per poterla fare è veramente un’occasione da prendere al volo: ti permette di conoscere tante nuove persone e avere una seconda famiglia all’estero, in qualsiasi parte del mondo si decida di andare.

Mariam N. Diarassouba (4B)

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