E’ veramente difficile trovare una giornata con un cielo limpido e splendente a Torino. Il sole si fa vedere e sentire, ma all’orizzonte si può notare una fitta nebbiolina che oscura un po’ la luce diurna: è lo smog.
Cinquanta microgrammi per metro cubo di Pm10, ovvero quelle microparticelle derivate dai processi naturali e artificiali di combustione, è la soglia limite che non deve essere superata affinché le polveri sottili siano nocive per la salute dell’uomo. Inoltre, secondo la legge, sono tollerati trentacinque giorni di “sforamento” del livello di Pm10 presente nell’aria. Purtroppo nel 2008 nel capoluogo piemontese si è superato per ben centocinquantuno volte tale limite, e questo “record” è stato superato solamente da Napoli sempre nello stesso anno. Tale situazione è causata dall’uso frequente dell’automobile e da una posizione geografica sfavorevole, perché la città è circondata dalle montagne e i giorni ventosi sono pochissimi, cosicché diventa difficile la dispersione degli inquinanti.
Di fronte a questi sconcertanti dati le istituzioni non hanno esitato a prendere delle decisioni, che hanno sicuramente migliorato la qualità dell’aria a Torino rispetto agli anni precedenti, ma non si sono dimostrate sufficienti. Indubbiamente sono state positive l’aumento delle piste ciclabili (32 chilometri nel ’90, passati a 170 nel 2008), la crescita dei distributori a metano (43 in Piemonte, 22 nel Torinese) e l’istituzione della ZTL, delimitata alla zona del centro, in cui in particolari orari e giorni è vietato il passaggio delle macchine. Probabilmente fra qualche mese si avrà l’allargamento delle zone a traffico limitato e verrà messo in funzione il servizio di “bike sharing”.
Ma tutti questi provvedimenti non basteranno affinché i Torinesi tornino a respirare un’aria più pulita nella loro città. Finché non si cambiano le abitudini di ogni abitante non verrà risolta la questione dell’inquinamento atmosferico. Bisogna cercare in ogni modo di liberarsi dalla dipendenza dall’auto e utilizzare, per quanto possibile, i mezzi pubblici, le biciclette o semplicemente le proprie gambe. D’altra parte anche il Comune di Torino si impegni a costruire piste ciclabili anche sui grandi corsi e sugli snodi stradali più importanti, tuteli i parchi già esistenti, favorisca la nascita di giardini e rafforzi e realizzi nuove linee di metropolitana.
La responsabilità per una vita quotidiana più sostenibile dal punto di vista ambientale non è solo prerogativa di pochi o della città di Torino, ma diventi un costante impegnarsi da parte di tutti noi cittadini del mondo.
Simone Ambrisi (2B)