Nel bel centro storico genovese, il primo venerdì di novembre quattro classi del nostro Istituto si sono immerse nel mondo della scienza, partecipando a delle attività organizzate in occasione della quattordicesima edizione del Festival della Scienza.
Tra i vicoletti nei paraggi della piazza principale genovese (Piazza De Ferrari), la mia classe si è incamminata alla ricerca dei luoghi in cui sono stati allestiti i due laboratori e la conferenza a cui quali si era iscritta.
“Tra percezione e realtà” era il titolo scritto su un grande cartellone azzurro in una sala del Museo di Storia Naturale Giacomo Doria, e circondati da animali imbalsamati ci siamo avventurati nel mondo della mente umana cercando di capire la sua interpretazione della realtà. Infatti abbiamo scoperto che tutto ciò che percepiamo non è reale, e tutto ciò che è reale noi non lo riusciamo a percepire; e dopo una specie di riflessione filosofica a riguardo, i ragazzi dello stand ci hanno fatto provare dei “Reversing Googles” e degli occhiali 3D VR (per Realtà Virtuale). E sotto lo stupore, il divertimento e lo spavento, la meditazione è inevitabile. Un paio di occhiali che mettono il mondo sottosopra, invertendo così la destra e la sinistra, non capita di indossarli tutti i giorni e spingono a pensare al contrario per potersela cavare a maneggiare anche solo una penna o a battere semplicemente il cinque ad una persona. Ma anche il secondo tipo di lenti porta a riflettere su quanto ci immedesimiamo in una realtà non esistente tanto da cacciare un urlo alla vista di uno zombie o da sentirsi in una situazione ideale ritrovandosi in fondo al mare. Inoltre, nel guardare alcune immagini in cui bisogna indovinare il soggetto rappresentato, questo laboratorio ha anche maturato in noi una questione piuttosto frequente e importante allo stesso tempo: non tutti percepiamo la stessa realtà. Se per esempio io vedo un’anatra guardando la figura da destra a sinistra, se provassi a guardarla al contrario, allora scoprirei che in realtà quell’animale sarebbe anche potuto essere un coniglio.
Dopo una pausa pranzo rigenerante in uno dei piccoli parchi della città (Villa Croce), “Colpiti, ma non affondati”, presso Palazzo Ducale, è stata la nostra seconda tappa. I raggi cosmici sono stati i protagonisti di questo laboratorio e dopo un’accurata spiegazione teorica sui muoni, occhi sbalorditi e bocche spalancate hanno ammirato delle luci blu che emettevano dei suoni e che indicavano il passaggio di queste particelle. Emozionati da questa scoperta, alcuni di noi hanno provato a costruire un rivelatore di raggi cosmici, dopo aver ascoltato attentamente l’assemblaggio delle sue varie componenti.
Infine, la giornata ci ha lasciato con un’entusiasmante conferenza sul lato oscuro delle forze; percorrendo un viaggio tra i campi magnetici e i raggi fotonici, la credibilità del cinema e della letteratura è stata messa in discussione attraverso la dimostrazione dei fenomeni fisici. È possibile per esempio riprodurre nella realtà un Magneto come nel film X-Men o delle spade laser come nel mitico Star Wars? Quali sono i limiti della fisica? E, infine, come si può realizzare l’invisibilità? Molte le domande e tanta la voglia di scoprire, e che la forza sia con noi!
Arianna Ceschina (5B)