Trick or…death?

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zucca inquietanteAveva il cuore in gola, ma non per la corsa. Si voltò ma non c’era alcuna possibilità di aver seminato l’inseguitore, eppure alle sue spalle non c’era nessuno… guardò nuovamente davanti a sè e lanciò un urlo agghiacciante: quegli artigli affilati come lame calarono sulla sua gola, squarciandogliela.
Con gli occhi spalancati dal terrore crollò sulla terra fredda del cimitero, sentendo l’odore inconfondibile del sangue farsi strada nelle narici.
Il fantasma lo fissava con i suoi occhi vuoti.
Se solo avesse dato quei maledetti dolcetti…

4 ore prima
Era la notte di Halloween, e Jack se ne stava seduto sulla poltrona in attesa che arrivassero i bambini a bussare alla porta. Dopo qualche minuto ecco che qualcuno suonò al campanello. Jack si alzò, guardò dallo spioncino e vide un fantasma, una testa di zucca, uno zombie e un pirata.
Aprì la porta.
«Dolcetto o scherzetto?» chiesero i ragazzini in coro.
Jack sogghignò, fece segno di aspettare ai bambini travestiti e andò in camera a prendere ciò che serviva.
Tornò alla porta di casa con una lanterna a forma di zucca in mano e un pacco di deliziose caramelle nell’altra.
I bambini spalancarono gli occhioni felici per tutti quei dolcetti e fecero per prenderli, quando Jack scoppiò a ridere malignamente e sbatté loro la porta in faccia!
Ancora con il ghigno tra i denti si spostò alla finestra per guardare i bambini delusi che piangevano.
«Andate a chiedere a qualcun altro, mocciosi!» rise ancora e tranquillamente se ne tornò alla sua poltrona.
Jack detestava la notte di Halloween, così come tutti gli eventi speciali, e odiava quei ragazzini che venivano a chiedere i dolci. Era da sempre stato così, eppure i bambini del quartiere continuavano ad andare da lui senza mai stancarsi, come fosse una sfida.
Bussarono ancora e ancora, e tutte le volte era la stessa storia. Si ripeteva senza differenze, ed ogni volta si concludeva con Jack che guardava i bambini allontanarsi delusi.
La Voce cominciò a farsi sentire verso mezzanotte, mentre l’uomo osservava un gruppo di cinque fantasmini lagnarsi per non aver ricevuto i dolcetti.
“Maaaleeedetto…”
Poi ancora: “Maaaleeedetto… Maaaleeedetto…”
Era una voce profonda,cavernosa e tetra, come se venisse da un luogo diverso, lontano e segreto, un luogo di morte.
Si faceva sempre più forte e intensa ogni volta che Jack cacciava via dei bambini senza dar loro i dolci, che teneva stretti tra le mani.
“Maaaleeedetto…”
I bambini finirono i loro giri e finalmente lo lasciarono in pace.
All’improvviso un gelo invase la casa partendo dalla porta, chiusa a chiave, e procedendo lentamente verso la poltrona. Quando il gelo arrivò ai suoi piedi, cercò di allontanarsi ma era come se lo seguisse.
“Maaaleeedetto!”
Una sedia cadde producendo uno schianto che fece balzare il cuore in gola a Jack. Si alzò in piedi guardandosi attorno intimorito, ma non vide niente a parte la poltrona e l’arredamento.
Jack si rilassò pensando che la stanchezza gli giocasse brutti scherzi. Fece per sedersi nuovamente ma la televisione si accese all’improvviso, l’immagine tremolò e infine si spense.
“Maaaleeedetto!”
Il gelo aumentò. Il buio era quasi totale, a parte la fiamma che ondeggiava nella lanterna a forma di zucca. Gli sembrò di vedere un’ombra nel buio, ma la luce tornò e tutto scomparve.
Tutto scompave tranne la voce… Due mani ossute e cadaveriche si sollevarono dalla poltrona e pian piano si compose davanti ai suoi occhi l’immagine di un raccapricciante fantasma con la testa a forma di zucca: Jack O’Lantern!
L’uomo, inorridito, si catapultò fuori dalla porta di casa e cominciò a correre all’impazzata verso la strada principale. Bussò disperato a più di una porta, ma nessuno gli prestò attenzione, tranne un’ombra che rideva con fare maligno: il fantasma si prendeva gioco di lui.
Senza neppure accorgersene si ritrovò all’interno del cimitero, pieno di puro terrore.
In quella notte di mistero il cimitero era buio, il terreno umido e la nebbia avvolgeva le tombe e le lapidi, rendendo tutto più lugubre di quanto già non fosse.
Il fantasma inseguiva Jack e con i suoi artigli, d’improvviso, gli squarciò la gola. Jack, morente, sentì il sangue diffondersi sul suolo, mischiarsi con la terra. Non c’era posto peggiore per morire che un cimitero.
Il fantasma lo fissava con i suoi occhi vuoti.

Un anno dopo, notte di Halloween.
Jack spalancò gli occhi e sentì dentro di sé una bramosia che non conosceva: cercare e uccidere coloro che possedevano un cuore arido e malvagio. Un cuore come era stato il suo.
Ogni notte di Halloween da quel momento in poi, per l’eternità.

Isabella Scotti (1L)

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