Un liceo per l’Europa. È il titolo del cosiddetto “documento Portolano”, scritto nel lontano 1992, l’anno in cui venne aperto il primo Liceo Classico Europeo. Da 25 anni a questa parte è ancora il cardine e il punto di riferimento dei 22 istituti sparsi in tutta Italia che ogni anno si riuniscono per confrontarsi e discutere, dando così spazio al prezioso contributo dei propri studenti. E quest’anno, dal 22 al 24 marzo, è stato proprio il Convitto Umberto I di Torino ad ospitare il XVII Convegno del LCE, a cui hanno partecipato ben 12 scuole.
Il tema di quest’anno? Noi in Europa. Un argomento poliedrico, complesso ed estremamente attuale che ha messo gli studenti di fronte ad un interrogativo: come si inserisce il LCE nell’Europa di oggi?
Per rispondere a questa domanda sono state necessarie tre commissioni di studenti, che hanno discusso e redatto un unico documento finale che potesse essere modello e fonte di ispirazione per tutti gli istituti.
Ogni LCE infatti è una realtà a sé, caratterizzata da criticità e punti di forza e sono proprio le infinite differenze che intercorrono fra i vari istituti ad essere la loro ricchezza.
L’obiettivo delle commissioni era quindi quello di farne tesoro e metterla a frutto, realizzando una serie di proposte volte al miglioramento dell’indirizzo del Liceo Classico Europeo, inteso come percorso di formazione a 360 gradi.
Il concetto di “scuola europea”, il benessere degli studenti in una scuola a tempo lungo e la valorizzazione del merito dei docenti sono stati i tre ambiti di cui si sono occupati i ragazzi, che si sono ispirati al documento Porto- lano e alle legge 107 del 2015. Un fertile terreno di dibattito questo, che ha potuto svilupparsi grazie anche alle numerose attività organizzate tra conferenze, interventi, incontri e tanti momenti di discussione. Docenti ed esperti venuti dai diversi istituti si sono dunque occupati di offrire ai ragazzi spunti di riflessione e conoscenze che potessero aiutarli nell’elaborazione del documento, dal contesto socio-politico del se- colo scorso ai problemi in cui ver- sa il continente oggi.
Il contributo più grande però è stato quello portato dalle esperienze degli studenti: da Milano a Palermo tutti avevano qualcosa da raccontare, critiche da fare e suggerimenti da proporre e il risultato di questo enorme lavoro di confronto non è stato indifferente. Qualche esempio? Progetti e laboratori in lingua, corsi di potenziamento, uno sportello d’ascolto, un’aula ricreativa. E poi ancora un questionario per la valorizzazione del merito dei docenti e corsi di formazione per creare dei “docenti Europei”. Insomma, le idee non sono mancate e si spera che non mancherà neanche lo spirito di iniziativa.
Il Convegno del Liceo Classico Europeo è da sempre uno dei momenti più importanti dell’anno per gli istituti, perché rappresenta un’opportunità unica di confronto e di dibattito, un incontro fra realtà diverse che portano la propria esperienza e la mettono a frutto. Un’occasione per superare i limiti dell’iniziativa individuale e dimostrarsi aperti a nuove possibilità didattiche che aiutino gli studenti ad acquisire competenze e abilità trasversali, proprie di quel percorso di formazione a 360 gradi che è la nostra ricchezza. La ricchezza del Liceo Classico Europeo non va persa. Il Convegno è un importante momento di crescita, ma anche di conservazione. Tra i suoi obiettivi principali infatti c’è quello di preservare e sostenere un indirizzo unico, estremamente ricco e poliedrico e di offrire agli studenti la garanzia di un percorso di studi innovativo e adatto alla realtà in cui viviamo, quella cioè di un contesto europeo.
Soltanto continuando a confrontarsi, a mettersi in gioco e a riflettere insieme, quindi, si può far crescere un indirizzo unico come quello del Liceo Classico Europeo, aiutandolo così ad inserirsi nella realtà in continua evoluzione dell’Europa del XXI secolo.
Elena Catalanotto