Circa un anno fa nella redazione del quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung arrivava una mail contenente file apparentemente innocui. Difficile da immaginare deve essere stata la reazione dei giornalisti quando hanno capito di avere in mano uno dei più grandi scandali finanziari degli ultimi tempi. Tra le pagine inviate figurano più di 214000 società associabili alle personalità più potenti e influenti del mondo, ognuna delle quali fondata dallo studio di avvocati Mossack Fonseca, con sede a Panama. Lo stesso studio da cui sono stati trafugati i file. Il giornale si è subito rivolto all’International Consortium of Investigative Journalists (Consorzio Internazionale dei Giornalisti d’Inchiesta), che ha posto l’attenzione del mondo mediatico su questo scandalo, millecinquecento volte più grande di WikiLeaks. Per ben nove mesi diversi giornali hanno studiato i dossier provenienti dallo studio panamense. Tra i nomi più illustri spiccano quelli di Vladimir Putin (legato a diversi prestanome) e del presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping. Oltre a loro David Cameron, Lionel Messi e Michel Platini. Tra gli italiani, invece, i nomi più famosi sono quelli di Luca Cordero di Montezemolo, lo stilista Valentino, Carlo Verdone e Barbara D’Urso (anche se i legali di questi ultimi hanno smentito, dichiarando che le società erano solo progetti mai realizzati).
Società. Tante, troppe società. Registrate nei paradisi fiscali di tutto il pianeta. Insomma, un giro del mondo finanziario che da Panama arriva fino a Taiwan passando per la Svizzera, Monaco e gli Emirati Arabi.
Andrea Gallo e Davide Maletto (1D)