Un nome, cinque lettere scolpite
Sul dorso di una lapide di marmo,
Fiammeggia nella luce del tramonto
E il vento grigio del silente autunno
Percuote i rami delle querce antiche
Portando ovunque il lugubre sussurro
Di mille stanchi spiriti scarlatti
Che infestano la terra inaridita
E coprono i garofani sanguigni,
Lasciati per ricordo sulla tomba,
Con un sudario fragile e leggero.
Ma i turbini venefici del tempo
Infuriano da sempre sul mio cuore,
Rubandogli ogni giorno un desiderio
E consumando con paziente collera
I tristi solchi che vi sono incisi.
Non sento più quel fremito di fiamma
Nel petto vuoto o sulle fredde guance;
In me rimane, immobile, soltanto
La pietra del mio gelido sepolcro.
Giovanni Trovato (5D)