Un viaggio … in P.I.G.S

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Mi giro per l’ultima volta. Sulla brandina ci sono le impronte scure delle valigie sporche di viaggio, dal bagno arriva il solito odore di cadavere in putrefazione e su un letto il piumone mostra i moncherini dei lacci che abbiamo strappato. L’aria è di nuovo irrespirabile, apro la finestra per l’ultima volta, per l’ultima volta scosto le tende di velluto scadente e per l’ultima volta rischio di rovesciare la lampada che non ha mai funzionato. La Tv mi guarda grigia in una luce così greca da non sembrare vera, lo schermo vuoto ha ospitato per l’ultima volta una sfida calcistica, la sfida più discussa della storia. Da una parte i maschi da partita e dall’altra le ragazze che un maschio da partita, dicono, non se lo sposeranno mai. I ragazzi hanno deciso di non cogliere l’attimo. Per l’ultima volta vedo il sole sul piumone bianco, il sole greco su un piumone bianco amputato senza pietà. Un raggio di fuoco accende per un attimo i miei capelli. Un colpo alla porta.

L’odore di cadavere in putrefazione ha raggiunto soglie vertiginose, urge una soluzione. La cassetta del water è piena d’acqua e in pochi minuti bagnerà il pavimento, urge una soluzione. Il capolavoro di idraulica della Volpe e della Marmotta si basa su tre elementi fondamentali: lacci, porta-carta igienica, forbici. E deodorante, aggiunge il Calabrone. Il tappo dello scarico viene brillantemente legato al porta-carta igienica con i lacci. La Volpe lo ha tirato su con le forbici mentre la Marmotta, che ha le dita più piccole, si è occupata dei nodi. Batti cinque. Trovata soluzione due. Il deodorante del Calabrone. Trovata soluzione uno. Due colpi, tre, quattro. Non colpi. Esplosioni. La finestra è diventata la cornice degli uomini che lasciano cadere le molotov e se ne vanno. Poi delle lingue di fuoco che si sono alzate sul marciapiede; il corridoio dell’albergo è diventato teatro di scenate isteriche, telefonate in Italia concitate ed inutili, pianti che piangono un improbabile terrore.

La Grecia era in crisi, urgeva una soluzione. Ventidue ragazzi italiani, ventidue ragazzi che della crisi economica sanno poco, perché non si è ancora avvicinata troppo alla loro realtà quotidiana. Ventun ragazzi che ascoltano il ventiduesimo, ciò che dice è troppo vicino a noi per non sentirlo.

P.I.G.S. è la sigla dei cinque paesi europei più vicini alla possibilità di essere estromessi dall’UE: ci siamo anche noi, siamo al terzo posto, dopo il Portogallo e prima dell’Irlanda. Portogallo, Italia/Irlanda, Grecia, Spagna. P.I.G.S.. La Spagna di Zapatero è quinta. Alla Grecia spetta il primato. Su tutti i giornali si è parlato di miliardi dati alla Grecia per rallentare l’agonia dello Stato, già praticamente perduto ma tenuto in vita dall’UE per salvare anche se stessa e la sua moneta. Ma per noi la Grecia era mare, sole, gita, la terra dell’epica del giovedì, mura ciclopiche e Partenone, Atene, storia dell’arte.

L’ultima sera la strada di fronte al nostro albergo si è accesa di un fuoco di protesta di qualcuno che ora come ora non si sa bene chi sia, di scoppi che volevano far sentire, a noi che ce ne siamo dimenticati, che a qualcuno la crisi è molto vicina, di manganellate che ci hanno scossi e ci hanno fatto inconsciamente pensare se il poliziotto fosse quello a cui avevamo chiesto l’ora.

Siamo partiti con la convinzione di tornare abbronzati e con il Partenone ancora davanti agli occhi, siamo tornati con la convinzione di essere partiti senza saperne abbastanza e con una domanda sulle labbra: e se dovesse toccare a noi?

 

Chiara Murgia (1C)

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