Vide le donne che ballavano con i loro cavalieri in un tripudio di colori, vide una coppia entrare nella sala e al centro della sala vide lui, lui che aveva promesso di amarla, di salvarla, che ballava con un’altra donna. Aveva un’espressione rapita in viso, come quella che la notte precedente aveva assunto con lei, e nei suoi movimenti erano evidenti la passione e l’amore che dominavano il suo animo.
E quando finalmente le riuscì di vedere il viso dell’altra donna le sembrò di guardare in uno specchio, perché era uguale a lei, tranne che per il vestito, nero.
E pianse, pianse per il dolore di vederlo ridere e per quello che l’aspettava. Perché egli aveva mancato ai suoi voti e lei apparteneva a Rothbart per sempre.
Distolse lo sguardo e fu così che si accorse di Rothbart che sedeva in un angolo con la regina, osservando compiaciuto la coppia che ballava. Tutto le fu infine chiaro e compianse Siegfried, suo compagno inconsapevole nella sventura. Voleva andarsene, cosciente che ogni speranza era perduta, ma in quel momento Siegfried donò il mazzo di rose a lei, il cigno nero, Odile, presentandola come sua sposa prescelta.
E a Odette non rimase che danzare, danzare sperando che il dolore finisse e tutto scivolasse nell’oblio.
E così il suo principe la vide e si rese conto di tutto. Ma era troppo tardi. E mentre Odette tornava al lago, Rothbart e Odine esultavano.
Da venerdì 28 ottobre a domenica 6 novembre il Balletto del teatro Mariinskij di San Pietroburgo ha presentato “Il lago dei cigni”, accompagnato dall’orchestra del Regio.
Anna Aglietta (5C)