Ai miei colleghi fuori sede, ovunque voi siate.
Lo studente fuori sede sa che, anche se è appena arrivato nella nuova città e non conosce nessuno, non può restarsene chiuso in casa, ma deve uscire per esplorare il nuovo mondo che lo attende. Lo studente fuori sede sa che una scatoletta di tonno e noodles precotti non sono affatto il cibo più salutare al mondo, ma questa non è una buona ragione per fargli smettere di continuare a nutrirsene ad ogni pasto.
Lo studente fuori sede sa bene che, anche se condivide l’appartamento con altri tre coinquilini, si ritroverà spesso a cenare da solo: gli orari di tutti e quattro coincideranno una volta ogni sessione d’esame.
Questa giovane creatura appena catapultata in un realtà differente da quella di tutti i giorni sa bene che dovrà lottare ad ogni ora contro la malinconia della città d’origine e gli abbracci dei parenti, ma sa anche che quando li rivedrà finalmente a Natale questi abbracci avranno un sapore più dolce e intenso. Il giovane o la giovane fuori sede impara, settimana dopo settimana, come risparmiare sulla spesa e sui prodotti necessari alla sopravvivenza. Acquisisce ogni giorno che passa i segreti delle casalinghe più esperte, senza dimenticare come fare la lavatrice o pulire il corridoio. Scopre con l’esperienza come preparare i piatti più originali e particolari. Anzi, è lui stesso l’inventore delle migliori prelibatezze che, tornato in “patria”, condividerà con amici e famiglia. Molti di loro svolgono la stessa azione ogni mattina: lanciano la sveglia con violenza contro la parete, a causa di quel famoso e fastidioso trillo, dopo aver imprecato in decine di lingue diverse. Ma non sperateci molto: arriveranno comunque in ritardo alla lezione delle 8:30. Questo cittadino del mondo è una creatura particolare e diversa da tutte le altre: infatti, per comprendere appieno ciò che vive e sperimenta regolarmente, dovrete per forza vestire i suoi panni e sentirvi, almeno per un giorno, studenti fuori sede.
Claudia Brizzi