E’ strano: in un momento come questo,in cui il sonno tarda ad arrivare, mi ritrovo qui seduta a scrivere per riassumere la quotidianità dell’Umberto I, per farvi rendere conto e, per rendermene conto anche io, di quanto sia preziosa ed importante la routine della nostra scuola. Anzi, definirla scuola è probabilmente azzardato: si studia, ovvio, si suda e si rispettano le regole, ma se ci pensiamo un attimo scopriamo che in realtà assomiglia perlopiù ad una famiglia: la nostra grande, calorosa ed accogliente famiglia.
Da quando alle 7 e 45 si apre il portone e, tutti insieme, ci rechiamo nelle rispettive classi ove conviviamo fino alle 18.00 quando la campana della chiesa annuncia l’ora del ritorno a casa, ci sentiamo come protetti da uno scudo invisibile che, oltre a preservarci dalla sfacciata crudeltà della scuola odierna, ci tiene al caldo, ci consola e tira fuori il meglio di noi.
Qualcuno potrebbe obiettare che prima o poi il mondo ci troverà, che le ingiustizie ci attendono e che dovremo affrontare quelle prove per le quali nessuno potrà aiutarci e che non potremo rifugiarci nella nostra amata “piccionaia” o sfogarci con i nostri, ormai amici, bidelli.
Ma la sapete una cosa? Nel “nostro mondo” impariamo anche a distinguere il bene dal male , ad apprezzare la diversità e ad affrontare i disagi; nella nostra scuola impariamo a combattere per i nostri diritti, ad impegnarci per raggiungere uno scopo, ma nel frattempo si ride, si mangia, si gioca a calcio o a palle di neve, si parla con tutti, si piange, si ama e, purtroppo, a volte si odia anche.
Cosa potrebbe esserci di meglio? Tra le mille versioni e i listening impossibili, troviamo il tempo per conoscerci e crearci una famiglia di amici eterogenei che, nonostante tutto, riescono a convivere e cooperare proficuamente.
Forse,quando usciremo da questo guscio resteremo delusi da tutto: dall’ignoranza, dalla miseria o semplicemente dalle difficoltà della vita ma non è ancora giunto quel momento e, per il momento, dobbiamo solo pensare alle verifiche di domani.
Ilaria Cirone (3B)