Paura, terrore, brividi. Forse sono queste le prime reazioni quando ci colleghiamo al notiziario e sentiamo che il terrorismo ha colpito ancora. “Attentato a Londra”: questo il titolo più gettonato a poche ore dopo l’accaduto. Sul ponte di Westminster un uomo ha investito e ferito una decina di persone, per poi dirigersi verso il Parlamento dove però è stato ucciso da un agente. Sangue, sirene, urla sono le protagoniste delle scene successive. Il terrorismo ha avuto ancora una volta la meglio, colpendo la folla inerme e alimentando la paura nei cuori delle persone. Questo è l’obbiettivo: il terrore, impedirci di viaggiare serenamente, di andare in luoghi affollati o partecipare a eventi pubblici. Capita di sentire sempre più sovente le persone cheesprimono un senso di amarezza e di insicurezza nel fare le cose che prima facevano abitualmente. Si evitano i posti più affollati anche se soggetti a controlli; dentro di noi l’ansia da clima terroristico c’è. Un italiano su due, infatti, secondo il sondaggio di Demos, è pronto a cambiare stile di vita. Forse la cosa che spaventa di più è che il nemico non ha un volto preciso, un’unica identità riconoscibile ed evitabile, ma purtroppo è nascosto nelle nostre città. La paura è difficile da superare e da tramortire, ma di sicuro privarsi delle proprie abitudini è sbagliato; avere un occhio di riguardo non guasta, ma la rinuncia favorirebbe solo lo scopo del terrorismo stesso. La prima arma a nostra disposizione è la normalità, una ferrea volontà di non rinunciare neanche a un millimetro alla nostra vita quotidiana. Prendiamo esempio dal coraggio degli inglesi, dei francesi, di tanti altri europei, ma anche dalle nazioni che combattono ogni giorno vis a vis la paura come la Siria e la Libia. La verità è che per loro nulla è come prima, ma ciò non li ha costretti a rinunciare a sentirsi liberi cittadini in libere città. Perciò l’unica cosa da fare è abituarsi a convivere con il “terrore” come ha voluto dire Theresa May quando parlando al paese appena colpito ha detto “Non avremo paura”. Abituiamoci, abituiamoci all’idea di un attacco, sarà il modo migliore per demotivare gli esaltati che ogni giorno nelle nostre strade pensano di riuscire a portare la paura fra noi.
Cecilia Achino