Una mattinata speciale

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Il primo giorno con i miei compagni giornalisti è stato veramente speciale anche se la giornata è cominciata nel modo più normale possibile.

Suonata la sveglia (si fa per dire, perché la sveglia c’eravamo proprio dimenticati di azionarla la sera prima), ci siamo alzate di fretta e, miracolosamente, all’ora del ritrovo siamo arrivate in orario.

La colazione è passata velocemente tra un giro al buffet, due chiacchiere ed il rumore di mascelle in movimento. Non avrei mai immaginato che di lì a poco Ada, la nostra accompagnatrice, mi avrebbe detto che non potevo andare a vedere la partita di beach-volley (tra l’altro non mi sono persa molto dato che la partita è stata rimandata), perché la professoressa Letizia Tavone, preside delle medie del Convitto Umberto I di Torino, mi aveva fatto chiamare nel suo ufficio.

Finita la colazione Ada mi ha condotto nell’ufficio della direttrice, mi ha spiegato la sua idea di ritagliarmi, anche se per breve tempo, un posticino nel giornale scolastico del liceo: l’Umbertimes.

Ne sono stata subito contentissima perché una delle mie aspirazioni di lavoro a cui punto di più è di lavorare “a contatto con le lettere”, ovvero fare la scrittrice, la giornalista, la sceneggiatrice…

La professoressa mi ha condotto nella sala stampa in cui ho conosciuto il professor Pizzala, docente del liceo, e poi tutti i ragazzi che da subito sono stati simpatici.

Dopo le presentazione il professore mi ha dato da scrivere il mio primo articolo, uno scritto personale e soggettivo sulle mascotte che rappresentano le Convittiadi. Io però non avevo nessun computer perché non ero stata avvisata prima di partire; il problema si è risolto senza esitazione ed i ragazzi mi hanno imprestato un computer. Questo dimostra quanto si siano dimostrati gentili e disponibili.

Dopo aver consegnato l’articolo ho cominciato ad osservare gli scritti dei miei compagni e sono stati molto pazienti perché quando non capivo qualcosa me lo spiegavano tranquillamente.

E’ stata una mattinata sinceramente speciale.

 

Luisa Bertoldi

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