Esattamente tredici secondi prima dell’ottantesimo, all’Italia viene annullata, giustamente, la meta del possibile 25-18 che chiuderebbe definitivamente la partita.
Si riparte allora con una rimessa laterale in favore del Sudafrica, una delle tre nazionali di rugby più forti del mondo (insieme a Nuova Zelanda e Australia).
Nel rugby, si continua a giocare dopo l’ ottantesimo, fino a quando la palla non esce, per cui gli avversari potrebbero comunque avere il tempo di risalire il campo e rendersi pericolosi.
Invece un grandissimo intercetto di Favaro permette agli azzurri di recuperare l’ovale e di calciarlo fuori, di scaricare tutta la tensione accumulata e di festeggiare per un’importantissima vittoria.
Infatti, questa è stata la prima partita vinta dalla nostra nazionale contro una delle tre squadre più forti del mondo.
Molti giornalisti sudafricani hanno provato ad attribuire la sconfitta ad uno scarso impegno da parte dei loro beniamini, rei di aver sottovalutato la nazionale avversaria.
Alla vigilia del match, il capitano degli Springboks ha rilasciato delle dichiarazioni provocatorie, dicendo che la nazionale italiana era forte come una squadra provinciale dello stato sudafricano.
Se così fosse stato il Sudafrica avrebbe dovuto quindi vincere facilmente, oppure più semplicemente le squadre dilettantistiche sudafricane sono così forti da riuscire a battere una nazionale conosciuta a livello mondiale e vincitrice per ben due volte del campionato del mondo.
In ogni caso dallo Stadio Artemio Franchi di Firenze, il cui campo era in condizione pessima, l’Italia esce , oltre che vittoriosa, tra le lacrime degli Springboks umiliati.
Dopo anni di sconfitte e allenatori che vanno e vengono finalmente è arrivato il momento degli azzurri.
Il nuovo allenatore O’Shea ha costruito una squadra partendo dai giovani e da qualche vecchia conoscenza, come l’ eterno capitano Sergio Parisse.
Dopo essere passati in vantaggio per 7-0, grazie ad una meta trasformata, l’Italia è stata recuperata e superata. A fine primo tempo i sudafricani conducevano per 12-10.
Poi la meta di Venditti (trasformata) e un calcio ci hanno regalato la vittoria per 20-18.
Una vittoria storica, che i giocatori presenti dovranno raccontare ai loro nipoti, e che lancia l’ Italia nel grande rugby.
Come dice giustamente O’Shea, però, non bisogna montarsi la testa e pensare all’amichevole contro Tonga, perché con solo una vittoria, anche se importante, non si arriva da nessuna parte, ma con tante vittorie si può incominciare a sognare, non di vincere il Mondiale ma almeno di essere competitivi per il Sei Nazioni.
Di figuracce ne abbiamo collezionate fin troppe, ora è arrivato il momento di voltare pagina e di far vedere a tutti che questa Italia può togliersi molte soddisfazioni.
Riccardo Milano (1L)