In una delle vie principali di Torino, i disegni sui muri, legali o no, sono molteplici. Iniziamo da un disegno che si può vedere vicino alla nostra sede di Via Bligny: pochi passi in direzione Piazza Castello e si trova la faccia di Vittorio Sgarbi con la celebre “capra” ripetuta tre volte. Significati simbolici a parte, probabilmente è stato fatto in occasione di una visita a Torino del noto critico, l’autore è ignoto.
Centro metri più in là, il volto di Edson Arantes do Nascimento, anche noto come Pelè, apparso dopo la morte del celebre sportivo. L’artista, John Sale, lo ha dedicato alla commemorazione della leggendaria carriera del brasiliano.
Continuando verso Piazza Castello, poi, in basso vicino ad una vetrina, si incontra la faccia dell’ex premier Mario Draghi in blu, con la scritta “Il presidente Mario Draghi vi saluta”. Anche questo di autore ignoto, ma dal significato ambiguo: omaggio o ironia?
Superato l’incrocio con via dei Mercanti, una coppia di graffiti : un disegno con una ragazza in impermeabile giallo, chiara allusione a Greta Thunberg, che tiene un cartello in mano e un disegno dedicato ai recenti avvenimenti in Ucraina. Anche questi sono opera di John Sale. Il cartello che la ragazza tiene in mano esorta i passanti a non gettare a terra i rifiuti. Mentre una bambina ucraina ha una scritta sulla schiena:“Vira, se muoio questo è il tuo nome.” Qui è chiaro l’intento dell’artista: condannare la guerra contro l’Ucraina; inoltre in una sua recente intervista ha affermato senza giri di parole che si tratta di “genocidio”, aggiungendo che “ i bambini sono il futuro del mondo”.
Lo stesso John Sale è da ricordare per aver fatto anche un’altra opera in via Garibaldi ora non più visibile, quando con a carboncino ricreò “La pace” di Antonio Canova, proprio durante la settimana di Pasqua del 2022, un primo appello per la situazione ucraina degenerata da pochi mesi.
Questi sono solo pochi esempi di quanto i muri del centro possano raccontarci mentre camminiamo, anche se la quantità di graffiti presenti in via Garibaldi è decisamente più alta considerando quelli che in gergo sono i tags, strani scarabocchi che contengono solamente il nome dell’autore. Ma questa è tutta un’altra storia.
Edoardo Bertello