Una serata con Ian McEwan

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Alcuni ragazzi della scuola hanno partecipato all’incontro con l’autore britannico Ian McEwan.

McEwan è stato intervistato dal celebre scrittore de “La solitudine dei numeri primi” Paolo Giordano e successivamente ha risposto alle domande del pubblico.

Nel nuovo romanzo “Solar”, da poco pubblicato in Italia da Einaudi , il romanziere affronta il problema del surriscaldamento globale, e  del depauperarsi delle risorse energetiche ,   importanti questioni a cui fa da contrappunto la storia del protagonista Michael Beard , un fisico di mezza età, sull’orlo del divorzio dalla quinta moglie, che elabora, anzi ruba, una teoria che potrebbe risolvere il problema dell’insufficienza energetica servendosi del Sole (da qui il titolo del libro).

Le domande di Giordano sono state interessanti e nessuna è stata disattesa:

Qual è il suo rapporto con la scienza e la letteratura?

Nel sistema scolastico britannico si è costretti a scegliere, quindi, nonostante avessi  voluto conciliare le due materie, ho dovuto decidere.  Entrambi i miei genitori hanno lasciato la scuola a quattordici anni, per ovvie ragioni non potevo chiedere loro un  consiglio.

Fu così che feci ciò che ogni adolescente avrebbe fatto: scelsi l’insegnante con più carisma.

Provo ancora comunque a scindere me stesso in due parti: una che segue la passione per la letteratura e un’altra che segue quella per la scienza.

La fisica in Solar è incredibilmente precisa e dettagliata, come faceva ad avere conoscenze così approfondite in campo scientifico  e sapere tutto questo?

In realtà non so, ma do l’impressione di sapere.

Ho parlato con un cosmologo della teoria delle stringe,( per la verità lui parlava ed io ascoltavo)  ed è alquanto complessa, persino lui ha premesso che se qualcuno mi dicesse  che ha capito tutto della meccanica quantistica starebbe mentendo.

Il suo protagonista è un antieroe, vende come sua la teoria di un altro, il suo intento iniziale era questo, descrivere gli scienziati come persone scorrette verso i colleghi?

Gli scienziati sono estremamente competitivi, come la maggior parte dei lavoratori onesti, cercano di trarre il più possibile profitto dalle loro scoperte o invenzioni. Il bene e il male si trovano in tutte le professioni, gli autori sono gelosi di ciò che scrivono, gli scienziati di ciò che scoprono.

Persino l’umile e docile Charles Darwin era geloso della sua teoria sull’evoluzione, nonostante Wallace l’avesse elaborata prima di lui.

Lei invece cosa pensa delle due questioni fondamentali del libro?

Io credo che questi problemi possano essere risolti soltanto per mezzo di un’ulteriore rivoluzione industriale, guidata magari da  persone che potrebbero essere meschine e disoneste come quelle che hanno reso possibile la prima.

Solar è un romanzo con diverse ambientazioni. Un romanzo picaresco. Qual è la maggiore difficoltà nel descrivere altri luoghi lontani da quelli che conosce come per esempio il New Mexico?

Un esempio concreto?  Ho noleggiato un’auto “altamente inquinante”  con mia moglie e siamo andati in giro per il New Mexico, nel quale sapevo che il mio romanzo sarebbe terminato. Il semplice fatto di essere lì mi suggerì come descriverlo.

Condivide il senso di stanchezza che il suo protagonista mostra alla fine del romanzo?

Scrivere romanzi è un’arte privata, bisogna imparare l’arte della solitudine, rifiutare di partecipare a tutti gli inviti e spegnere il cellulare, accettare di non parlare a nessuno per sei ore al giorno  

E poi l’autore ha risposto anche alle domande del pubblico:

Come ha deciso quale sarebbe stata la  struttura di “Espiazione”?

Ho portato i miei due figli in una radura e lì ho cominciato a scrivere di una donna, ma non avevo ancora idea di cosa farne.

Inizialmente pensavo di ambientarlo nel futuro, per poi decidere di trasferirlo negli anni ’30. Ho ritenuto necessario inserire la figura di una sorella più piccola, che stava scrivendo una commedia, per poi giungere alla conclusione che questa sorella aveva qualcosa da espiare.

Cosa le ha dato l’ispirazione per scrivere “Amsterdam”?

Io e un mio amico stavamo facendo hiking e io avevo dimenticato di portare le corde, abbiamo cominciato a parlare di memoria e della possibilità che uno di noi un giorno avrebbe potuto accorgersi di avere  una malattia degenerativa al cervello , e abbiamo stretto un patto: se mai uno dei due avesse cominciato a dare segni di gravi malattie degenerative cerebrali , l’altro l’avrebbe immediatamente dovuto portare ad Amsterdam, dove è legale l’eutanasia.

Come ha concepito l’immagine dei Cani Neri del suo celebre romanzo?

Li ho incontrati davvero mentre passeggiavo con un mio amico nel sud della Francia, erano enormi come asini, la sensazione di orrore che provai la descrissi la stessa sera. Ho dedicato infatti il libro a John che insieme a me li vide.

Una delle domande è stata poi rivolta alla traduttrice di ben nove romanzi di Ian Mc Ewan Susanna Basso che ha sottolineato quanto sia stato arduo rendere l’ironia che un libro tanto complesso dal punto di vista scientifico palesava.

 Dopo aver  concluso la lunga intervista l’autore si è congedato dalla platea  firmando le copie del suo nuovo libro.

 

Giulia Balsamo (3B)

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