UN: stessa scrittura, diversa pronuncia.
[un], articolo indeterminativo per molti.
[ˌjuːˈen], potente strumento che si pone come fine la pace e la sicurezza a livello internazionale, il disarmo delle Nazioni e la promozione di relazioni amichevoli tra le stesse.
Azzurro e bianco possono essere più che i colori della nazionale di calcio argentina: l’UN gioca quotidianamente su più campi sfoggiando la sua bandiera dalle tinte mondiali.
L’IMUN – per la gioia delle tasche di tutti – non è una nuova imposta da pagare, ma l’acronimo di Italian Model United Nations.
IMUN è infatti una simulazione che riproduce il funzionamento di determinate commissioni dell’ONU e che, dal 2011, coinvolge gli studenti delle scuole medie e superiori italiane.
Accreditato presso il Dipartimento di Formazione delle United Nations (UN, ONU in Italia), la presente attività formativa si svolge interamente in lingua inglese e assegna ad ogni studente partecipante un Paese da rappresentare all’interno delle conferenze proposte.
Così facendo, ogni ragazzo, in quello che può sembrare un grande gioco di ruolo, si confronta con la realtà di uno Stato spesso sconosciuto, dovendone farsi portavoce e dovendo rappresentare gli ideali politici del suddetto nel dibattito incentrato su un argomento comune.
La discussione, non sempre pacifica, è condotta da un moderatore ed è strutturata secondo precise nozioni: tutto è regolato da una procedura, dai caucus, momenti di confronto più informale, alle richieste per andare in bagno, rigorosamente approvate solo dopo aver proposto un point of personal privilege.
Lo scopo della simulazione è di scrivere una resolution, un documento votato dalla maggioranza qualificata della commissione che dà delle direttive al fine di risolvere il problema di cui si è dibattuto durante le sedute dell’IMUN.
IMUN Torino, giunto alla sua seconda edizione piemontese svoltasi dal 22 al 24 gennaio 2016, si è occupato del diritto d’asilo nella legge internazionale, argomento scottante nella politica quotidiana.
IMUN prepara inoltre, grazie a lezioni e opuscoli informativi, i delegati di NHSMUN, il National High School Model United Nations, la simulazione che ha avuto luogo a New York dal 2 al 5 marzo 2016.
IMUN è nato proprio come edizione italiana di NHSMUN, pertanto lo svolgimento delle sessioni è pressoché identico, sebbene le regole di procedura si complichino leggermente.
NHSMUN, fondato nel 1975, riproduce gli organi dell’ONU nella loro completezza e attrae ogni anno più di 3.500 studenti provenienti da una quarantina di Paesi differenti.
Gli agguerritissimi americani hanno quindi avuto modo di dialogare coi pacifici messicani scrivendo working papers e draft resolutions; la timida delegazione italiana si è confrontata con un inglese tecnico e spesso di difficile comprensione.
Nonostante ciò, gli studenti dell’Umberto I, rappresentanti del Montenegro nelle commissioni SOCHUM, UNODC e SPECPOL (rispettivamente SOcial, HUManitarian and Cultural committee, United Nations Office on Drugs and Crime e SPECial POLitical and decolonization committee) si sono distinti impegnandosi a partecipare attivamente nelle conferenze, sperimentando un ambiente frizzante ed internazionale, migliorando le temute speaking skills ed acquisendo competenze linguistiche e nozionistiche di un certo valore culturale.
Era inoltre richiesta la redazione di un position paper, un documento di circa dieci pagine che illustra le posizioni del Paese rappresentato in merito all’argomento trattato in commissione.
Il programma di NHSMUN prevede inoltre momenti di svago, quali la NHSMUN Delegates Dance, una serata dedicata ai partecipanti, animata da musica, balli e dall’instancabile staff di universitari, rigorosamente volontari, del National High School Model United Nations.
Svoltosi nella scintillante cornice di New York City, un tale progetto non può che attirare molte brillanti menti da ogni parte del globo, tant’è che NHSMUN 2017 si svolgerà in due sessioni, al fine di evitare di avere una lista d’attesa di 1.500 studenti come si è verificato quest’anno.
L’esperienza vissuta dai delegati torinesi è stata resa unica dalle visite della città che intervallavano le simulazioni: ogni studente passava in pochi minuti da piccolo ambasciatore in formal dress a turista per caso in cima all’Empire State Building, da italiano scontento di vedere solo grattacieli e nessuna chiesa barocca a newyorkese con caffè fumante di starbucks in una mano e hot dog con doppia razione di senape nell’altra.
Scattate le foto di rito sotto la bandiera bianca e azzurra delle Nazioni Unite, tutti i delegati si sono riuniti nel Quartier Generale dell’ONU, il Palazzo di Vetro, per la cerimonia di chiusura.
Qui, gli “ambasciatori del domani”, hanno raggiunto piena consapevolezza dell’incredibile lavoro svolto negli ultimi mesi e della complessità dei temi trattati: si spazia dall’effetto delle cripto-valute sul cyber-crimine al terrorismo in Somalia, dalla censura dei media al miglioramento delle condizioni di vita nei sobborghi dell’Asia orientale.
Questo momento di aggregazione è stato il coronamento di tutti gli sforzi, sostenuti durante l’intera durata del progetto, a partire dalla fase regionale di Torino.
A dispetto della giovane età, i delegati hanno svolto il loro compito con professionalità e dedizione, ricevendo come ricompensa un ultimo, fragoroso applauso che, chissà, forse ha invogliato qualcuno di loro a ritornare in quella sala tanto agognata in veste di “vero” ambasciatore.
NHSMUN dona infatti una preziosa e precisa panoramica su ciò che il diritto internazionale può offrire a livello di sbocchi lavorativi, ed aiuta inoltre a capire dall’interno il ruolo di un impiegato dell’ONU.
Il bianco e l’azzurro continuano forse a evocare ricordi calcistici?
E’ sufficiente pensare che da qualche parte nel mondo c’è un giovane delegato che si sta adoperando per migliorare il nostro futuro.
Lisa Picatto (4B) – Delegata del Montenegro