Primo marzo, alla SAA c’è molta gente. Era prevedibile, d’altronde. Ogni anno, infatti, l’Università di Torino organizza cinque giorni di orientamento in entrata: stand e conferenze per aiutare gli studenti di quinta nella loro scelta universitaria. Insomma, un’occasione ghiottissima per tutti i maturandi che intendono proseguire i loro studi (a meno che non abbiano già optato per l’Alta Scuola di Parrucchieri per Cani, Istituto Superiore degli Scaricatori di Porto, Campus per Istruttori di Macarena o Politecnico).
Anche io sono qui per fare la mia parte. Come cronista dell’Umbertimes (ovviamente) ma anche come addetto informazioni per la Scuola di studi Superiori. Facendomi largo tra la folla trovo la postazione. Saluto il compagno che sta per smontare e vengo istruito sui dettagli tecnici. Mi comunica- tra l’altro- che dovrò fare tutto il turno da solo. Mentre guardo il mio collega perdersi in mezzo alla gente, decido quindi di compilare mentalmente un diario, durante il periodo di servizio.
I ora. L’euforia di essere un fulgido punto di rifermento (nonché il tono che si acquista a guardare la folla dallo scranno di uno stand) riesce ancora a coprire gli interminabili minuti che passano tra un maturando e l’altro. E’ bello osservare come razzolano nei pressi della postazione, leggono incuriositi il cartello, si guardano intorno, non sapendo se avvicinarsi o no. Io li guardo, sorrido sornione. Non hanno scampo. Timidamente si avvicinano, e sono nella morsa del ragno.
II ora. Gli incontri non sono serrati. Fra uno e l’altro passa un’eternità. Ho bisogno di un caffè, ma non posso abbandonare lo stand. Continuo a riordinare i volantini, li sistemo e risistemo. Ho formato quattro file perfettamente parallele fra loro. Comincio a leggere il materiale a disposizione (Brochure dei corsi e Regolamento Didattico).
III ora. Dopo aver iniziato per una decina di volte la pagina 1, fallisco nell’intento di leggere il Regolamento Didattico. E’ meno noioso star seduto ed aspettare. Scopro però interessanti proprietà strutturali dei volantini. Imposto la costruzione di una piccola piramide. Vengo prontamente sfottuto in inglese da un professore in perfetto stile British.
IV ora. Gli incontri scarseggiano. In un impeto di follia abbandono furtivamente lo stand e mi dirigo alle macchinette per un cappuccino. Attimo paradisiaco. Comincio ad architettare modi per attirare l’attenzione, stile televendita o show man anni ’30. Mi metto d’impegno. Mi dico: “Il prossimo ragazzo lo stendo”! Arriva, invece, una ragazza. Col padre. Una promettente carriera stroncata sul nascere.
Dopo l’ultima mezz’ora passata in stato vegetativo, finalmente finisce la giornata. C’è però uno scoop: non ho incontrato neppure un maturando del Convitto!!!
(Tono oratorio) Non vogliono i miei ex compagni fare parte di un istituto di eccellenza? Non vogliono entrare in una scuola che offre loro alloggio in collegio, borsa di studio ed esenzione da tutte le tasse universitarie? Non vogliono essere considerati parte di una grande famiglia e ricevere mail piene di galanti inviti (tra cui quello a partecipare come addetto informazioni alla SAA)?
In ogni caso, conviene fare un giro su http://www.ssst.unito.it/. Ne vale la pena, davvero.
Se decidete di iscrivervi, dite che vi ho mandati io: se questo semestre raggiungo la soglia forse mi faranno riavere il mio cagnolino …
Andrea Gallo Rosso