Venerdì 13, non un giorno qualunque per i superstiziosi… A credere nella sfortuna di questo giorno non sono in pochi, ma dov’è che nasce questa credenza? Inizialmente si deve pensare al numero 13, che già ai tempi dei Babilonesi era considerato sfortunato, essendo il numero appena dopo il 12, facilmente divisibile. Quanto al venerdì, forse è considerato infausto perché Cristo fu crocefisso in quel giorno. Per i musulmani, invece, è infausto perché è il giorno in cui Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito. La distinzione tra giorni positivi e negativi era già nota alla tradizione romana, dove si distingueva fra dies fasti (in cui si poteva amministrare la giustizia) e nefasti. Il martedì era “sfortunato” tra i Romani perché dedicato a Marte, dio della discordia. Allo stesso modo, si credeva che i figli concepiti di venerdì avrebbero avuto una vita difficile e che gli anni bisestili che cominciavano in questo giorno sarebbero stati catastrofici. Origini a parte, la credenza del venerdì 13 come giorno sfortunato è diffusa in tutta Europa e in America.
Che abbiano ragione o no i superstiziosi, questa data entrerà nei libri di storia.
Venerdì 13 Novembre 2015, Parigi subì una serie di attacchi terroristici sferrati dal gruppo dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (Isis). Gli attacchi sono stati condotti da almeno otto terroristi, responsabili di tre esplosioni nei pressi dello stadio e di sei sparatorie in diversi luoghi pubblici della capitale francese, la più cruenta delle quali presso il teatro Bataclan, dove sono rimaste uccise oltre cento persone. Si è trattato del più cruento attacco in territorio francese dalla seconda guerra mondiale e del secondo più grave attacco terroristico nell’Unione europea dopo gli attentati dell’11 marzo 2004 a Madrid. Mentre gli attacchi erano ancora in corso, in un discorso televisivo il presidente francese François Hollande ha dichiarato lo stato di emergenza in tutta la Francia e annunciato la temporanea chiusura delle frontiere.
Per il mondo è stato duro questo colpo all’esagono europeo, ma è fastidioso sapere che nel Medio Oriente queste cose succedono tutti i giorni e nessuno cambia mai la propria foto profilo di Facebook con la bandiera israeliana o siriana. Ho subito chiamato mia zia che vive a Parigi; lei mi ha raccontato che uscendo per strada la città era grigia, tutti con la testa bassa per cosa era successo. Ci sono rimasto molto male.
Il Lunedì dopo a scuola abbiamo fatto prima un minuto di silenzio per le vittime e poi un’oretta di confronto aperto su cosa fosse davvero successo. Sono venute fuori diverse opinioni ed idee, e ad un certo punto una mia compagna mi ha informato del fatto che quella mattina la Francia aveva bombardato Raqqa la capitale dello Stato Islamico. Ci sono rimasto molto male perchè non si possono combattere delle ideologie che troviamo sbagliate uccidendo anche degli innocenti. Anche perchè dire che tutti i musulmani sono dei fanatici è come dire che l’Italia è tutta come Salvini, e credo proprio che non sia così.
Sergei Molinari (1L)