A Torino il 28 febbraio, a poche ore dal termine della manifestazione indetta dalla CGIL contro la crisi e gli “insufficienti” provvedimenti del governo, contro i nuovi ddl che andranno a modificare il diritto di sciopero, contro la precarietà dilagante in tutta Italia, è partita da Porta Palazzo un’altra manifestazione. Alle h.15:00 il corteo multietnico si è radunato di fronte alla stazione ferroviaria Ceres in corso Giulio Cesare: tra i partecipanti, molti esponenti della Rete Migranti di Torino, del centro sociale Gabrio, dei CUB, del Socialismo Rivoluzionario, del Comitato Studentesco Antirazzista, della Sinistra Critica e qualche rappresentante del Partito Comunista e della Federazione Anarchica Torinese. I circa tremila manifestanti volevano dimostrare il loro disaccordo con il Governo che, in questi giorni, sta per varare un pacchetto sicurezza obiettivamente teso ad intensificare l’ostilità verso gli immigrati, usando come pretesto la volontà di tutelare la sicurezza dei cittadini e la legalità. Questa nuova normativa prevede in primis la creazione di “ronde cittadine” in cui si riuniranno persone comuni a caccia di irregolari o delinquenti, che prontamente riferiranno eventuali sospetti alla polizia. Quest’iniziativa ricorda a molti le “squadracce” fasciste o, a dire di alcuni, le spie di Tito, causa per la quale tanti non condividono l’istituzione di questi nuovi gruppi di volontari che, secondo il Governo, garantiranno più sicurezza ai cittadini. Agli immigrati irregolari non verrà più garantito l’anonimato qualora si recassero in ospedale per farsi curare, e i medici e gli infermieri potranno denunciarli. Certo, non tutti lo faranno, ma nel dubbio chi vorrà rischiare l’espulsione? Verrà insomma, implicitamente, negato il diritto alla sanità. Nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) la permanenza degli immigrati irregolari potrà protrarsi sino a diciotto mesi. Ma il numero di irregolari crescerà a dismisura con l’aumento della crisi, poiché ogni cittadino extracomunitario che verrà licenziato perderà insieme al lavoro il diritto al permesso di soggiorno e, parallelamente, piomberà nella delinquenza: ogni immigrato senza permesso che non accetta l’espulsione sarà infatti considerato un delinquente. Inoltre per il permesso di soggiorno, così come per gli altri documenti ufficiali, verrà istituita una tassa di 200€. A chi non avrà garantita l’idoneità abitativa verrà negata l’iscrizione all’anagrafe: i senzatetto o coloro che vivono in baracche perderanno dunque, per la legge, la dignità e il diritto ad essere considerato persona. Verranno inoltre inasprite le pene per chi occupa edifici o suolo pubblico. Tra qualche giorno, in un Paese dove il sistema mediatico è in mano a pochi potenti, chi dirà la propria opinione scrivendo su un muro sarà perseguito dalla legge. Le associazioni e i gruppi “sospettati” di non amare l’ordine costituito saranno sciolti, i siti internet liberi multati e oscurati, mentre chi dichiarerà in modo acceso di non convenire con giudici e poliziotti rischierà sino a tre anni di carcere. Con il nuovo pacchetto sicurezza, secondo molti, non verranno più rispettati gli articoli 13 (che prevede l’inviolabilità della libertà personale tanto fisica quanto psichica); 21 (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”) e 32 (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”) della Costituzione Italiana, l’art.19 della Dichiarazione dei Diritti Universali dell’Uomo (“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”), l’art. 10 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (“1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. 2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.”).
Allora … tra qualche giorno vi sentirete più sicuri?
Stefano Castello (5D)