Fermato l’automezzo a due metri abbondanti dal marciapiede, l’autista continua imperterrito la sua telefonata, mettendoci a tacere con uno svogliato gesto della mano. Quando la cena della sera seguente è stata finalmente arrangiata, il guido si decide a darci retta, consegnandoci l’agognato bandolo della matassa delle strade beneventane. La simpatica matrona che ci precede però, una volta davanti alla porta anteriore, fa un brusco dietrofront: quella è solo un’entrata, da lì è vietato uscire. Energicamente pilotati verso l’apertura posteriore, sbuchiamo davanti all’Arco traianeo di Benevento; poco oltre si staglia il Convitto Nazionale Pietro Giannone, luminoso e perciò solo lontano parente del fosco edificio a cinque piani all’angolo tra via Garibaldi e via Bligny. La tentazione di rimanere seduti sui bianchi divanetti di vimini del rinomato Caffè Strega è forte, anche perché dobbiamo ancora riprenderci dalla serata amenamente trascorsa tra ottimo cibo e lunghe chiacchierate: vagabondando fra ampi viali e recensioni interinali ieri sera abbiamo infatti scoperto il Cotton Club. Se non vi siete mai trovati affamati a spasso per le strade dell’ex Maleventum, non potete capire la portata rivoluzionaria di questa affermazione. In un minuscolo locale arredato con i più svariati pezzi d’antiquariato ci ha accolti Ottavio, con le luculliane pietanze tipiche della cucina locale e una scorta di esilaranti barzellette sui carabinieri che, a sentir lui, lo salvano anno dopo anno dal morbo di Alzheimer … Ma prima o poi il dovere arriva, e siccome un premio non è mai di troppo, insieme a tutte le altre delegazioni affolliamo il teatro San Marco. Dopo gli immancabili discorsi delle autorità sfiliamo sul palco: medaglia, diploma, foto e via. Sbagliano diploma, recuperiamo il nostro ma la foto è già fatta: l’Umberto I sotto mentite spoglie … Pazienza. Ci aspetta il pranzo conclusivo all’ombra di un chiostro vicino; più tardi le interminabili ore di autobus fino a Capodichino e il volo. All’aeroporto ci concediamo un ultimo assaggio di Campania con cinque panini alla mozzarella di bufala e un attimo per pensare a cosa scrivere, una volta tornati a casa: il forum del pomeriggio, i piccoli eventi di questi due giorni, i dettagli della premiazione. Non so decidermi. Per caso, mentre mi guardo attorno cercando l’ispirazione, un cartello adesivo su un vetro mi avverte che da quella porta è vietato uscire.
Chiara Murgia (4C)