“Ore 14.00: Lavoro delle commissioni”, erano queste le parole riportate sul programma del XVII Convegno Interregionale di Stampa Studentesca, che si è tenuto sabato sei marzo al Politecnico di Torino. Quest’anno il filo conduttore è stato: “Giovani, Stili di Vita e Sostenibilità”, ed è quindi questo il tema di fondo che hanno assunto anche le commissioni di lavoro, in cui ognuno di noi della redazione ha partecipato nel pomeriggio, cercando di confrontarci con studenti di altre scuole sugli stessi problemi. La commissione numero otto, che mi è stata assegnata, cercava una risposta alle seguenti domande: “Chat, messaggini… La nuova cultura digitale e la sua incidenza sugli stili di vita: scadimento dei rapporti umani diretti? Realizzazione di una continua interazione con gli altri? Semplice moda?”. L’argomento, che ci riguarda da vicino e con cui abbiamo a che fare ogni giorno, è fin troppo discusso e le cose da dire abbondano, ma noi, poiché eravamo tutti ragazzi compresi tra i quattordici e i diciannove anni abbiamo cercato semplicemente di esporre il nostro punto di vista. Così dopo una breve ed originale presentazione, scritta su fogli di carta igienica, i responsabili della commissione hanno dato inizio a un Brainstorming, in cui i partecipanti, senza nessun’ordine o regola, dicevano cosa gli veniva in mente collegato alla parola chat: amici, contatti, comodità, velocità, nuovi incontri, sono degli esempi. Come si può notare, immediatamente tutti noi abbiamo pensato solo a termini positivi, poi però dopo che qualcuno ha rotto il ghiaccio con “rischi”, sono arrivati anche gli aspetti negativi. Ed è così che è iniziata la discussione vera e propria, che prendeva in considerazione ogni aspetto e ogni banalità, suscitate da semplici domande come: “Quanti di voi usano il T9?”, ma che ha cercato anche di rispondere a domande di maggior peso, ad esempio “Quant’è veramente importante la continua interazione con gli altri attraverso strumenti digitali?” o ancora: “Come aiutare qualcuno dipendente da chat o/e messaggi?”. E’ stata quindi una discussione piacevole, dove ognuno ha detto la sua, senza preoccuparsi se gli altri non l’appoggiavano. Le idee erano infatti vaste e varie, solo su un’unica cosa non ci sono state contraddizioni, e cioè sulla frase che la commissione doveva presentare, perché tutti insieme abbiamo decretato che: Virtuale è bello, ma reale è meglio!
Sofia D’Angelo (3C)