Anche le malattie cambiano: in questi giorni in Norvegia si è verificata una mutazione del virus H1N1, che dall’11 Giugno ci tiene in stato di massima allerta. Le informazioni che il pubblico avrà su questo fatto saranno confuse, come tutte le notizie sull’influenza A. Alcuni programmi televisivi e articoli giornalistici rassicuravano gli Italiani, dicendola un’influenza come tante, per la prevenzione si poteva soltanto evitare contatti fisici e disinfettarsi spesso le mani. La controparte invece diceva di adottare i suggerimenti come testo sacro per tutta la durata della pandemia e ripeteva il numero delle vittime. Il risultato di questa campagna di informazione è stata un’opinione pubblica divisa, e ciò è risultato evidente al ritorno a scuola. Nelle classi infatti parte dei bambini ha rifiutato i saluti dei compagni con aria preoccupata e si lava spesso le mani. Da dove vengano tutte le informazioni che ci vengono quotidianamente date non si sa, e pertanto nessuno è sicuro di essere nel giusto. Ciò che ci fa preoccupare o discutere di più sono le vittime che l’influenza A ha causato nel nostro paese, 65 morti. Sono la prova che il virus H1N1 può essere letale, ma c’è chi si chiede se le condizioni di salute delle vittime non fossero precarie già prima che incappassero nell’influenza A, e qual era la situazione sanitaria del luogo dove vivevano, notizie che non ci vengono fornite per motivi di privacy. Alcuni commentano che 65 persone non sono molte, con un cinismo indiscutibile. Un amico sopravvissuto a altre pandemie mi dice che 65 persone non sono poche o molte, sono 65 famiglie distrutte. Nell’Est Europa, in Asia e in Africa si sta diffondendo una nuova forma di TBC che pare sia resistente a tutti i farmaci inventati e fino ad ora. Ogni anno muoiono per questa malattia 700.000 persone, con 55 nuovi casi diagnosticati ogni ora; l’UE non stanzia i fondi necessari. Quante sono allora nel mondo le famiglie in lutto? Siamo capaci anche noi di attribuire il giusto valore alla vita umana, e di ricordarcene sempre, qualunque paura ci si pari davanti?
Chiara Murgia (1C)