“Pronti … Concentrati … La macchina è entrata in movimento … eeeeeeeeh … azione!”.
Eccomi qua, seduta su un tavolino in uno pseudo-bar che in realtà è la stanza di un enorme stabilimento a San Giorgio, la Hollywood torinese.
Mi hanno detto di vestirmi elegante, camicia e giacca sono mie, i pantaloni no. La quaranta che mi hanno dato sembra una 34 e non c’è da preoccuparsi se i pantaloni sono troppo lunghi, qui si rimedia con la pinzatrice. Sono seduta su una sedia nero lucido, seduta si fa per dire dato che non faccio che scivolare sotto il tavolo; anche il pavimento è scivoloso quindi mi auguro che questa ripresa duri poco o scomparirò in pochi secondi sotto un tavolo troppo piccolo perché io riesca a starci sotto. La scena è da rifare, l’attrice invece di piangere commossa è scoppiata a ridere, riproviamo.
“Pronti … Concentrati … La macchina è entrata in movimento … Eeeeee … azione!”. Noi comparse dobbiamo applaudire alle parole “troppo presto”, si avvicina il momento, mi concentro (non sia mai io sbagli), il momento clou continua ad avvicinarsi, un cameriere-comparsa mi porge un menù nell’attimo topico … esplode un fragoroso applauso, a questo scopo provo ad usare il menù, ma ovviamente non va bene … maledetto cameriere-comparsa … la scena è da ri-ri-rifare mentre continuo a scivolare inesorabile sotto il tavolo.
Altra scena, altra puntata, ma stesso posto, stesso bar … Cambio vestiti. Ora bisogna cercare qualcosa di casual, ma elegante … e che vuol dire?! avrebbero fatto prima a chiedermi di portare una camicia bianca MA nera. Prendo la prima cosa che mi capita tra le mani e torno al “locale”, mi fanno sedere vicino al bancone … oddio no … lo stesso cameriere-comparsa. Mi porge del vino. Vino? Magari! Succo di mirtillo! E lo champagne? The alla pesca! Si può bere? Non conviene, i bicchieri sono stati tirati fuori già pieni da scatoloni impolverati e lo stesso vale per il cibo; è lì, plastico, sempre lo stesso, qualcuno azzarda un morso ad un grissino. 15 interminabili secondi di silenzio: stramazzerà a terra o no? La comparsa sopravvive, si ricomincia a girare. Il cameriere-comparsa mi porge un altro menù (ma non può stare fermo?!) e ZAC! Cadono per terra i fogli al suo interno … Maledetto cameriere-comparsa, maledetto menù, maledetto vin … ehm … succo di mirtillo … La scena ovviamente è da rifare.
Pronti e concentrati va tutto a meraviglia se non che ad un certo punto un attore si avvicina e fa quello che nessuno dovrebbe fare dopo quattro ore di riprese “E mo che faccio? Mica posso andare vicino a queste due …” Ma queste a chi?! Cafone! Sei un attore, improvvisa e insomma tiratela di meno che stai recitando in un finto bar, con del finto vino, del cibo scaduto e un maledetto cameriere-comparsa. Anche questo problema si risolve, il signorino riesce ad abbozzare una battuta e si va avanti … nuova scena … Siamo nei guai, l’attrice non sa aprire una bottiglia di vino …
Lei:”Questo locale è mio”
Lui:”Non lo sapevo”
Qualcuno tra le comparse:”Eh, nemmeno lei mi sa …”
Risultato: l’attrice va in crisi.
Soluzione: tappo finto!!!
Questa prosopopea va avanti per troppo tempo, l’ultimo verdetto è: “Buona! Questa è buona!” ci si rilassa, si assapora il ritorno a casa “Silenzio, un attimo solo … Pronti … Concentrati … la macchina è entrat …”
NOOOOOOOOOOO!!!!
Nastassia Aldanese (5C)