Volgiti Venere, fulgida stella
Del vespro, e mira l’etere immenso,
Nell’universo che pare men denso
Di Tolomeo disciolta la sella:
E lune e pianeti e soli, la bella
Terra di noi uomini a te -penso-
Citerea, che sian vacuo senso
Nella dolente fortunal procella.
Il tuo guardo benigno fu patrono
Di Roma, l’Orbe vincente intera,
Che trionfò le farsaliche acque.
Ma lucenti raggi diversi sono
Lieto nunzio della Gloria più vera:
Nell’Efrata picciola Iddio nacque.
Valerio Pace (V D)