Where did the spring go?

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brownsville_tennesee-foto-di-claudia-vouk“Respiriamo l’aria. E’ la primavera..”, così cantava Marina Rei nel 1997. Probabilmente non deve mai essere stata a Brownsville, Tennessee. I primi giorni di marzo si sono aperti con una nevicata abbondante (abbondante per essere nel mid-south degli USA) che ha impedito ad adulti e giovani di andare a lavorare o a scuola a causa della disorganizzazione nella pulizia delle strade; il che è abbastanza comprensibile considerando che, in questa zona degli States, nevica sì e no una volta all’anno.
La brezza primaverile si nasconde come una tartaruga nel suo guscio: timida e imprevedibile.
Il sole si intravede raramente e la sua luce è di un giallo molto chiaro, quasi opaco, che a malapena si percepisce sulla pelle e a stento brilla nel cielo ceruleo macchiato da grigi nuvoloni che spavaldamente si fanno spazio uno accanto all’altro.
Le gocce di rugiada continuano a farsi trovare aggrappate ai ciuffi d’erba allo scorgere dei primi raggi del sole. Imponenti, sembrano non voler lasciare la presa, coscienti del fatto che la loro vita ha una durata più che effimera. 
La brina non si vergogna a farsi vedere dopo una notte di gelo sui vetri delle macchine, impedendo così ai guidatori di incominciare una mattinata serena, che si ritrovano così sempre in ritardo aspettando quei dieci o quindici minuti che la macchina si riscaldi, uccidendo così quella fastidiosa brina che non permette una chiara visione della strada. Questo lento omicidio fa sempre perdere la pazienza a chi è di fretta o addirittura già in ritardo per la sua prima ora di lavoro o di scuola.
E’ fastidioso, come avere un deficiente che mette la mano davanti alla fotocamera mentre si cerca di fare una bella foto o, peggio ancora, irritante come avere qualcuno che continua a parlare mentre l’unica cosa che si desidera in quell’istante è semplicemente dormire.
Tornando al maltempo, esso continua a persistere non lasciando spazio alla bella stagione che tristemente fa capolino una volta ogni due settimane illudendo tutti gli abitanti del posto che questa volta la sua presenza sarà permanente o per lo meno più duratura di una semplice e corta giornata.
Gli orologi sono già stati reimpostati un’ora avanti durante la prima metà del mese: mai un’azione fu più futile di questa.
Le giornate invece di allungarsi sembrano essere addirittura più corte di prima, lasciando credere che siano già le otto di sera quando magari in realtà sono ancora le quattro del pomeriggio. Questo clima lascia un po’ tutti con quel senso di amaro in bocca e con quelle facce incredule di chi non accetta e soprattutto non si spiega come un mese bello come marzo possa essere cosi grigio e cupo. Un detto italiano recita: “marzo pazzerello, esci fuori ma portarti l’ombrello”.
Il messaggio di questa sorta di proverbio è l’imprevedibilità delle condizioni meteorologiche di questo mese: un giorno gioioso e il giorno dopo piovoso ma, in questo caso il clima sembra semplicemente ancora di tipo autunnale se non del tutto invernale. Sentire parlare di un tempo del genere in Canada o in Alaska non farebbe notizia come qui, nel South. 34F ( 3/4C) sono una grande anomalia nel campo climatico e sopratutto una grande, improvvisa e inaspettata sorpresa per tutti gli abitanti di Brownsville che si sono ritrovati impreparati a reagire a questa situazione. I cambi degli armadi vengono fatti sì e no ogni fine settimana, data l’imprevedibilità del posto. Si può solo più sperare in un aprile più stabile e sopratutto più CALDO.

Claudia Vouk,
Corrispondente dagli Stati Uniti

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