Dal 13 al 17 aprile 2011 si è svolto il XIII Certamen Ovidiano ospitato, come gli anni precedenti, dal liceo Ovidio di Sulmona. Accompagnati dal professor Noce, gli allievi che vi hanno partecipato sono stati due: Martina Mazzoli (V B) ed il sottoscritto. Spesso mi viene chiesto in cosa consista un Certamen, e la risposta è semplice: una versione di circa quaranta versi ed un commento. In realtà è ben di più. Dei cinque giorni di permanenza nell’accogliente cittadina abruzzese solo cinque ore sono date alla prova: è chiaro che il vero obiettivo dell’esame non è tanto il concorso in sè, quanto il confronto e lo scambio di idee. I partecipanti (professori compresi) si trovano infatti a dover condividere i propri spazi con persone che non hanno mai visto prima, con i quali possono discutere delle loro attitudini, dei loro sogni, delle loro passioni, di cosa piaccia o non piaccia loro fare. Si conoscono realtà diverse: il liceo classico di Foggia non è uguale a quello di Milano, o di Roma, e anche i professori possono scambiarsi opinioni sul metodo di insegnamento. Inoltre, il liceo classico di Sulmona organizza sempre conferenze che riguardano ciò che gli esaminandi hanno tradotto: quest’anno, ad esempio, si intitolava “Eroi ed Eroine: tra realtà e mito”. I relatori, professori dell’università, hanno spiegato in modo magistrale argomenti di solito non trattati al liceo, e sono sempre riusciti a tenere alto l’interesse e la curiosità degli astanti. Ecco, il Certamen è questo: prove e premi, competizione e sudore, ma, experto credite, è anche un’esperienza unica, che si può difficilmente trovare in altri luoghi e momenti.
Riccardo Tione (4B)